S01E01 - "Il mio sogno", parte I
Eh sì, perché se questo blog fosse una serie tv, diviso in puntate, questo sarebbe il primo episodio della prima serie. O meglio, forse sarebbe addirittura il prequel. Una sorta di pre-episodio introduttivo alla serie completa. Perché con questo primo post NON ho intenzione di parlare direttamente della mia avventura a Bruxelles in quei mesi che andarono da Settembre 2014 a Febbraio 2015. Non ancora...
Voglio invece parlare di quello che accade prima di un erasmus, durante la fase precedente! Voglio parlarvi di quel capiente e fragile barattolo di vetro che noi sognatori abbiamo suddiviso tra la testa e il cuore. Perché è così! Chiunque desideri partire per un esperienza di studio (o di vita) all'estero è un sognatore. E' qualcuno che ha voglia di lanciarsi, di cambiare aria, di conoscere gente nuova, di scoprire nuovi luoghi, lingue e culture! Qualcuno che nella propria vita sente la necessità di una scossa elettrica diversa da quella che annuncia(va) Carlo Conti all'Eredità. Persone che hanno un fuoco dentro talmente ardente da farle desiderare una fuga, seppure breve, che li porti lontani da casa e da tutto ciò che rientra nella loro "comfort zone". E allora quel barattolo di cui parlavo prima è lo stesso recipiente che contiene al suo interno tutto quell'insieme di sensazioni, desideri, curiosità, paure, preoccupazioni, eccitazioni, voglia di fuggire, timore di fallire, voglia di viaggiare, sete di conoscenza, coraggio, speranze e chipiùnehapiùnemetta! Ma prima bisogna parlare di un elemento fondamentale in tutta questa storia: il protagonista!
Il protagonista di questa storia si chiama Andrea (eddai, almeno qui fatemelo fare!). Andrea è un ragazzo emiliano che ha sempre vissuto in una piccola città in provincia di Modena e finite le superiori si iscrisse all'Università degli Studi di Ferrara, presso il dipartimento di economia. Ad Andrea piacciono le torte, la musica, la fotografia, il basket, il mare (ma anche la montagna), il cinema, suona la chitarra, ama viaggiare e spesso sogna ad occhi aperti. Ma Andrea era stanco della vita che faceva, così monotona, così routinaria e nell'ultimo periodo trovava tutto estremamente noioso e poco interessante. Erano rimaste poche cose, poche persone capaci di dargli la forza e la felicità di cui aveva bisogno per vivere il più possibile la vita che stava facendo. Ma non erano abbastanza. Da troppo tempo Andrea provava quelle sensazioni. Da troppo tempo un'idea gli stava balenando in testa. Così, durante una fredda domenica d'inverno, dopo pranzo, Andrea si rese conto di avere al suo interno qualcosa che spingeva, che si dimenava, che scalciava con tutto sè stesso per poter evadere! Per un attimo pensò che potesse essere il polpettone della nonna che aveva appena mangiato, poiché i sintomi erano gli stessi, ma capì subito che invece quello che sentiva era la voglia di fuggire, la voglia di viaggiare, la voglia di scoprire che da tanto tempo sfregavano i loro bicchieri di metallo contro le costole del suo sterno, come fanno i carcerati affamati per attirare l'attenzione di chi ha il potere di saziarli. Andrea pensò alle varie possibilità che aveva:
- Affittare una stanza a Ferrara: "Mmm, non è un'idea che mi entusiasmi troppo. Alla fine Ferrara è Ferrara. Bella eh, per carità, ma io voglio di più!"
- Prenotare un viaggio: "Sì, un viaggio! Un viaggio. Però un viaggio è molto breve... e poi si fanno tutte le cose di fretta, si vedono i soliti punti di interesse. Tutto troppo turistico per me, voglio qualcosa di autentico!"
- Fare un Erasmus: "Erasmus! Eureka! Ma sì, certo! Un erasmus all'estero! Appoggiato dall'università e da una borsa di studio per un periodo medio-lungo! Avrei l'opportunità di studiare in una lingua diversa dalla mia, con gente diversa da quella che già conosco, con metodi probabilmente da quelli italiani! E sarei all'estero! Posti nuovi, culture diverse! ERASMUS!"
Ma bisognava che il pensiero divenisse azione. Andrea aveva un po' paura della cosa. Sapete: vita nuova, paese nuovo, lingua nuova, casa nuova, gente nuova, università nuova. A volte queste cose possono anche spaventare una persona. Ma sapeva anche che era l'unica ed ultima possibilità che aveva di poter partecipare ad un programma Erasmus. Le cose andarono così...
La scena è questa, cercate di immaginarla.
Siamo in aula, ad una lezione durata ormai fin troppo tempo. Fuori piove, l'autunno è appena cominciato. Andrea sta fissando il quaderno degli appunti aperto sotto il suo naso, mentre con la mano destra fa ruotare la sua penna nera senza una logica precisa. E' totalmente immerso nei suoi pensieri quando ad un certo punto sente un gran brusio: gente che si alza, che si allunga come fanno i gatti appena svegli, che tira sospiri di sollievo. Pausa di 15 minuti. E' il "quartod'ora d'aria" del galeotto universitario. Tutto ciò lo fa sbloccare da quella trans nella quale gli capita spesso di finire, sopratutto nell'ultimo periodo. E' indeciso su cosa fare della propria vita, non sa se prendere libri e bagagli e partire o se arrendersi al timore ed alla paura e rimanere nella sua situazione. Ha bisogno di qualcosa, di un segnale, di una scintilla. Quando ecco che dal banco davanti a lui si volta un suo caro amico di università, che con il braccio appoggiato allo schienale della sua sedie esclama: "Maaaaaa, non è che qualcuno di voi abbia mai pensato di fare domanda per l'erasmus? Chi verrebbe con me?". Incredibile, il momento era arrivato. [Zoom su Andrea] "IO!", rispose deciso il protagonista! "Vengo io!". E fu in quel preciso istante che il coraggio, supportato dalla complicità del vicino di banco, fece straripare tutto il contenuto di quel famoso barattolo di emozioni che si trova tra la testa e il cuore dei sognatori.
I giorni, le settimane ed i mesi successivi avanzarono abbastanza in fretta: c'era tanto da fare! Bisognava andare all'ufficio mobilità internazionale, informarsi sui documenti da compilare, visionare le destinazioni disponibili e le università, consultare la lista dei corsi per ognuna di esse, ecc... e tutto ciò andava ovviamente eseguito nei limiti delle scadenze! Le consultazioni ed i ragionamenti furono molti. Ogni studente poteva inserire 3 destinazioni, tra quelle disponibili, con le quali giocarsi l'erasmus: 33,3% di possibilità per ognuna di esse. Le scelte furono:
- Bruxelles
- Danzica
- Kristianstad (che non vi dico dov'é così aprite Google Maps, la cercate e la vostra memoria fotografica la memorizzerà per sempre ;-D )
C'erano anche alcune città inglesi, come Birmingham e Sligo, ma tra il livello di inglese richiesto (C1) ed i dubbi sul loro rinnovo del patto di exchange decidemmo di eliminarle, e per avere più probabilità possibili di andare in una città di nostro godimento decidemmo ulteriormente di inserirne solo 2: Bruxelles e Danzica (Kristianstad venne eliminata per via del costo della vita troppo alto che c'è in un paese come la... dai che lo sapete, ci avete guardato, no?).
50%. O Bruxelles o Danzica, tutto nella speranza di non essere separati, in modo da poterci supportare e tenere sempre alto il morale! Ma il destino la pensò diversamente. Io, Andrea, fui scelto per Bruxelles, Nicola, questo il nome del mio compagno di viaggio se fossimo stati in un universo parallelo, fu selezionato per Danzica. La cosa ci dispiacque molto. La colonna sonora era sicuramente uno di quei brani tristi suonati con una delle ottave più alte di un pianoforte a coda. "Tada da da da da daa daa daaan- tada da da da daa daa daaan". Ma lui, nel frattempo, si era ulteriormente difeso mandando una sua candidatura anche a Milano, presso una grossa azienda di consulenza, come tirocinante e tesista per un periodo di 3 mesi, esperienza anch'essa promossa dall'università. Alla fine fu preso anche lì e scelse Milano anziché Danzica. Io no, io avevo solo l'estero in mente, solo l'erasmus in testa.
E il fato volle Bruxelles. Ormai era fatta. Ero stato accettato. A settembre 2014 sarei partito per il Belgio: un'esperienza di 6 mesi che, senza ancora saperlo, mi avrebbe cambiato la vita per sempre...
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