Perle del Pelion: Kissos e la chiesa di Agia Marina

Il villaggio di Kissos

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Kissos, chiesa principale

La nostra prima gita fuori porta nella magica terra del Monte Pilio fu a Kissos, un altro tra i villaggi più noti, soprattutto per la presenza di una chiesa molto particolare di cui, a breve, vi racconterò un po’ la storia.

Il villaggio è situato più in alto rispetto a Portaria, ed è immerso nella natura. Le stradine tortuose del Pelion avrebbero dovuto darmi il mal d’auto come mi accade di solito, ma la guida accorta del nostro gentile amico fece in modo da non dover quasi mai affrontare questo problema.

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Kissos, scalinata d'ingresso di una taverna nella piazza principale

Aspettando di poter incontrare alcuni zii del nostro amico, che come avrete capito ha parenti sparsi un po’ ovunque tra i villaggi del Pilio, facemmo una passeggiata che ci portò nella piazza principale di Kissos, un posticino davvero adorabile, circondato da casette e taverne in tono con la strada in pietra grigia.

Ci fermammo a prendere un hellenikos (il caffè greco) sulla terrazza verde di una bellissima taverna dallo stile retrò e dagli interni in legno. Poichè eravamo nella settimana precedente alla Pasqua ortodossa, per accompagnare il caffè ci portarono della frutta candita con il miele invece dei soliti koulourakia, perchè nella versione più rigida del digiuno pasquale persino lo zucchero raffinato, in quanto alimento non totalmente naturale, è vietato.

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Hellenikos (caffè greco) e frutta candita con miele, in una taverna nella piazza principale di Kissos

Il significato del nome del villaggio è un mistero, anche se c'è una versione un po’ contorta che lo lega alla ricchezza della terra. Secondo alcuni, infatti, il nome del villaggio deriverebbe dalla scoperta, in quest’area, di miniere di metallo prezioso;  gli uomini del posto, parlando dell’oro e dell’argento nel loro dialetto locale, che è molto particolare e “stretto” rispetto al neogreco standard, li chiamavano “k’sos kai argiros” , abbreviando quindi ”chrisos”, ovvero “oro”, con un termine che venne poi usato per indicare la località di Kissos.

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Kissos, taverna

La chiesa di Agia Marina

Qualunque sia il significato, questa piccola storiella ci riporta all’attrazione più importante del villaggio, che attira fedeli e viaggiatori del turismo culturale, anche dall’estero, per via della sua bellezza e per la particolarità della sua storia: parliamo della chiesa di Agia Marina (Santa Marina), un gioiello dell’arte bizantina alla cui lussuosità diede molto probabilmente un contributo il materiale prezioso cavato nelle miniere locali.

Il nostro amico, studioso di storia bizantina e appassionato della storia locale, era entusiasta all’idea di mostrarci questo posto e di raccontarci la sua storia, asserendo che fosse una delle più antiche chiese ortodosse conservatesi in Grecia, se non la più antica.

Ho chiesto conferma di quest’ultimo dato ad un professore di arte medievale dell’Università di Ioannina, che ha smentito la notizia, sebbene conoscesse bene la chiesa.

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Kissos, chiesa di Agia Marina

Ciò non toglie comunque nulla alla particolarità del luogo di culto, costruito nel 1650, ovvero in piena età di dominazione turca. Non solo: sia le dimensioni della chiesa, sia la posizione centrale (la chiesa affaccia sulla piazza principale del villaggio), sia lo stile ricco in cui essa fu decorata portano a concludere che essa fu costruita con il consenso del potere locale ottomano.

In particolare, lo stile sfarzoso sarebbe dovuto essere totalmente proibito, in quanto ritenuto di maggior impatto rispetto allo stile “sobrio” dei luoghi di culto islamici in Grecia, con tutti i rischi politici e sociali connessi a questo fattore.

Le motivazioni dietro queste scelte non sono chiare. Molti dati sono però conosciuti sulla storia costruttiva, tant’è che in alcune salette del luogo di culto è stato allestito un piccolo museo, mentre il mio amico ha avuto la possibilità di acquistare una pubblicazione dedicata alla spiegazione dettagliata del complesso ciclo di decorazioni, corredata da bellissime fotografie. Queste ultime mi sono state molto utili per fruire meglio delle opere una volta uscita di lì, in quanto, per via della scarsa illuminazione all'interno della chiesa, non mi era stato possibile realizzare fotografie decenti del ciclo di affreschi.

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L’iconostasi, che separa lo spazio sacro dei sacerdoti da quello dei fedeli, è un pezzo di particolare interesse: pare che ci siano voluti ben 60 anni per portare a termine l’opera, e che il metallo prezioso con cui fu decorata provenga dalle miniere locali. Gli artigiani che costruirono la struttura lignea, inoltre, provenivano proprio dal mio caro Epiro.

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Kissos, chiesa di Agia Marina. In fondo, l'iconostasi

Molti sono i temi trattati, con straordinaria fantasia e libertà, dall’artista che realizzò il ciclo di affreschi: temi dal Nuovo e dal Vecchio Testamento, scene di vita di Santa Marina, della Vergine Maria, ma anche scene riguardanti la storia, la natura, e la geografia. La chiesa, infatti, doveva funzionare anche come scuola segreta per i fedeli greci.

Fra le scene, spicca un’immagine inedita per il mondo ortodosso, che presenta Dio come un vecchio: questa scelta “ardita”, dovuta alla volontà di mostrare la divinità in tutta la sua saggezza, è degna di pochi altri artisti, come Michelangelo, nella sua Cappella Sistina.

Lungo l’iconostasi, scene variegate di animali e vegetazione, che si riallacciano alla storia dell’arca di Noè, ma anche esseri mitologici che richiamano le radici più profonde della civiltà greca, come le sirene, rappresentate come protettrici del suolo sacro, da cui tengono lontani tutti gli elementi negativi con i loro poteri.

La luce di questo posto, semi-illuminato a tratti dalle fessure dell’iconostasi e dalle finestre, oltre che dalle candele, è magica, e rende la visita davvero suggestiva. Credo che sia davvero la più bella chiesa ortodossa che io abbia avuto modo di visitare durante il mio erasmus.

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Kissos, chiesa di Agia Marina


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