L'abbraccio di Barcellona. L'evento "Hug2me" e la mia esperienza da fotografa.

L’evento Hug 2 me è un insolito e meraviglioso flash mob che spesso coinvolge la popolazione catalana, e non, con lo scopo di liberare, per la durata di tempo di circa 40 minuti, le proprie emozioni attraverso un abbraccio che trattiene la persona che abbiamo scelto di invitare con noi a questo evento, oppure, anche un perfetto sconosciuto. Sarebbe, infatti, proprio questo, il vero scopo centrale dell’evento, ovvero quello di coinvolgere e creare “dal nulla” delle emozioni istantanee, al fine di trarne gli innumerevoli benefici che, con prove scientifiche, è capace di sprigionare un solo e semplice abbraccio, anche se dato ad un perfetto sconosciuto. Ricorderò sempre con affetto questo tanto singolare evento perché, per una strana e piacevole coincidenza, è stato il primo ad avermi accolto nella città di Barcellona per il mio primo progetto di Erasmus, a distanze di pochissime ore dal mio arrivo in questa “capitale catalana”. Non è questa , però, la sola ragione per cui mi piace ricordarlo anche a distanza di poche ore dalla sua fine. E’ stata, infatti, per me, anche una meravigliosa esperienza da vivere in qualità di fotografa. Questa piacevole attività è sempre stata, infatti, una mia grande passione e avere la possibilità di cimentarsi a ritrarre e a lavorare in una situazione simile mi ha dato indietro tanta nuova esperienza, anche grazie a dei semplicissimi e piccoli accorgimenti e, allo stesso tempo, tanta soddisfazione. Da fotografa posso, infatti, dire che la situazione , benché molto invogliante, non era delle migliori. Ad onor del vero, la giornata che mi ha accolto è stata una delle poche, durante l’anno, che vede le nuvole espandersi sul cielo di Barcellona, ma sono riuscita a perdonare in fretta a questa città questo grigio che ha momentaneamente colorato il suo aulico sfondo del cielo sopra di me. Inoltre, l’impossibilità di suggerire o richiedere delle specifiche pose ai diversi soggetti ritratti, aumentava di gran lunga il livello di difficoltà necessario per ottenere un buon risultato, ma è proprio per queste ragioni che penso che questa esperienza sia stata molto formativa per me. Ritengo che una situazione del genere possa, più di ogni altra cosa, mettere alla prova la capacità creativa di ogni singolo fotografo, in tutta la sua totalità. Sono talmente entusiasta dell’attività svolta che vorrei proporre e presentare qui di seguito i miei lavori e descriverne alcuni dettagli che, giustamente, sono impercettibili per chi non era presente quel giorno all’evento.

 

L'abbraccio di Barcellona. L'evento

Mi piace iniziare dalla foto che ritengo essere la migliore e la più espressiva, tra quelle che ho scattato, ma anche quella che mi ha sorpresa di più. Pensando ad un abbraccio, infatti, esprimo con tutta sincerità la naturalezza con cui mi viene immediatamente da pensare ad una situazione che vede partecipe l’amicizia, e ancor prima l’amore. Avevo però dimenticato che un abbraccio, e forse il tipo di abbraccio più sicuro che possa esistere, è anche e soprattutto quello tra una madre e una figlia. Mi ha colpito molto anche il fatto che questa bambina abbia deciso di guardare il mio obiettivo con la stessa intensità e naturalezza con cui mi guardava anche poco prima che mettessi a lavoro la mia macchina fotografica. Ecco trovata, in questo, una ragione in più per essere particolarmente legata a questa foto.

 

L'abbraccio di Barcellona. L'evento

Ancora di più, mi hanno sorpresa la tranquillità di ognuno e la naturalezza generale che avvolgevano l’atmosfera di questo evento. La parola chiave non era, dunque, “chi” (abbracciare), ma, semplicemente, “abbraccio” (con tutto il mio essere).

 

L'abbraccio di Barcellona. L'evento

E’ anche per questo che ho avuto modo di vedere come, un abbraccio, possa essere espresso in diversi modi, coinvolgendo non soltanto due persone, ma anche interi gruppi di amici che, stringendosi tutti insieme, riescono a toccare il corpo di tutti i componenti del gruppo, seppure siano in contatto con soli due  diversi corpi.

 

L'abbraccio di Barcellona. L'evento

La naturalezza, la spontaneità e la sensazione di benessere che traspare dalle persone che amichevolmente si abbracciano, sono soltanto alcune delle sensazioni che è capace di provocare il vedere tanta gente, tutta insieme, non curarsi minimamente del giudizio dei passanti e, proprio come devi veri attori, recitare la propria parte che in questo caso è, semplicemente essere sé stessi e riuscire a sciogliersi e a mostrarsi esattamente come se non ci fosse nessun altro attorno a loro. In questo, direi che l’esperimento di “Hug 2 me” sia riuscito perfettamente.

 

L'abbraccio di Barcellona. L'evento

Un’altra coppia che ha attratto fortemente la mia attenzione è una unione “black and white” che, veramente, sembrava non volersi staccare mai più. Selezionando le foto scattate, ho avuto la sensazione di aver ritratto, nelle foto che riguardano questa coppia, diverse e sempre nuove persone, e non le stesse, come invece è accaduto. Non sarà forse perché in un abbraccio è possibile esprimere più di una sola emozione? Come, ad esempio, la ricerca del contatto, la serenità, la gioia, l’intensità di un sentimento e, come nell’ultimo caso, anche il sorriso di una felicità che sembrerebbe quasi toccare la sfera intima nonostante ci si trovi in un ambiente aperto agli occhi di tutti e alla luce del Sole? Mi piace pensare di poter rispondere di sì a questa domanda e, ancora di più, mi piace credere che questa foto ritragga l’umanità che era presente tra tutte le persone, a prescindere dalla loro provenienza. Questa sensazione la porto con me e la tengo, ancora più stretta, in un momento in cui tante sono le difficoltà che ci accomunano a tutte le popolazioni in difficoltà, ma ho l’intenzione di conservarla il più al lungo possibile nella mia memoria, in modo da non dimenticare mai che siamo tutti uguali, ad esclusione di nessuno.

 

L'abbraccio di Barcellona. L'evento

Conservo per ultime le foto della coppia che di più “ha fatto parlare” in questo evento e, sebbene sia tanto difficile da credere, non lo faccio perché il soggetto maschile che vedrete nelle prossime foto sia il mio tanto caro nuovo coinquilino ed amico, ma, semplicemente, perché il suo incontro con la ragazza che vedete tra le sue braccia ha perfettamente colto, in pieno centro, il significato di questo evento. Non essendosi mai vista prima di allora, infatti, i miei due nuovi amici, si sono semplicemente abbracciati, così come veniva richiesto dall’evento, ma hanno dimostrato, senza dover aggiungere il minimo sforzo, come un semplice abbraccio, seppure dato ad una persona sconosciuta, si possa trasformare con semplicità e naturalezza in “qualcosa di più”. In questo caso quel “qualcosa di più” è stato un bacio che ha significato tanto. Con questa bellissima ed affascinante dimostrazione, questa coppia ha rapito, dunque, non soltanto la mia attenzione, in qualità di fotografa, ma anche e ancor prima, quella di tutti i passanti e, ancora di più, quella degli altri partecipanti all’evento che, in un modo o nell’altro, sentivano la naturale esigenza di guardarsi attorno tra un abbandono in un abbraccio e l’altro.

 

Infine, vorrei dire che mi piace riportare queste foto senza alcun tipo di filtro, non perché aggiungendone qualcuno il risultato non possa essere migliore della foto originale, ma perché, innanzitutto sarebbe facilmente possibile aggiungerlo in seguito, ma, secondariamente, e non per importanza, perché mi piace trattenere la realtà di quella giornata, così come si è naturalmente presentata: con i difetti di luce, contorni, sfondi, ma piene di naturali, quanto reali, emozioni. Per una volta, sento il bisogno di trattenere e far ricordare, a tutte le persone che ho catturato con uno scatto, la propria esperienza come un reale insieme di ricordi di quella giornata, senza bisogno di alterare la realtà.

 

Ad essere totalmente sincera, ho avuto l’impressione che molti dei partecipanti avessero “portato con sé” la propria persona da poter abbracciare e non si fossero completamente abbandonati al naturale ed auspicabile consiglio di stringere tra le proprie braccia una persona che non avevano prima.  Poco importa per lo spirito di questa iniziativa: ciò che conta è abbracciare. Lo hanno capito molto bene anche le due ragazze more che, dopo avermi chiesto spiegazioni riguardo cosa stesse succedendo in quel momento a quelle persone, si sono cimentate nella “prova di una abbraccio diverso dal solito”. Ciascuno di questi è stato, infatti, un abbraccio diverso da quelli che siamo abituati a donare, proprio perché esplicitamente richiesto.

 

L'abbraccio di Barcellona. L'evento

Questa foto, non è assolutamente posta a caso alla fine del mio post, in quanto è quella che ritrae la scena finale che ha visto tutti i partecipanti abbracciarsi, alla fine, in un unico  e grandissimo abbraccio a mò di girotondo, il quale mi ha dimostrato, ancora una volta, che l’abbraccio non è sempre e soltanto rivolto ad una sola persona.

 

L’esperienza che ho vissuto in questa occasione, sia da fotografa, che da osservatrice, è stata così bella ed importante che già non vedo l’ora di poter dire di attendere la prossima data di questo meraviglioso incontro. Forse, chissà,  in questa futura ed eventuale occasione, non sarò io a scattare delle foto, ma vestirò i miei tanto amati panni di modella che adora, da sempre, essere fotografata!


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