La mia Terra alla mie spalle. Goodbye, my Sicily.
Sicilia mia, mi hai rubato l'anima.
Ogni volta finisce sempre cosi… piango sempre al mio arrivo e alla mia partenza. La mia Sicilia, la mia terra è li, ed io, come nuvole, arrivo tormentosa e riparto impercettibile.
Cambia lei, cambio io... ogni volta, continuamente. E non mi stupisco.. mi accorgo col passare dei giorni che il tempo vola inesorabilmente e si porta con sé ogni ricordo... Anche quello più lontano, il più profondo, il più preziosamente nascosto. Ed ho paura.. paura che un giorno uno di questi possa svanire, nei giorni, negli anni, per sempre.
Ho paura di lasciar andar via parte di me, la parte migliore di me. Ogni volta vado via, come se fossi Cenerentola.. perdo anch’io una scarpa durante il mio viaggio. La lascio li, nella mia terra ormai lontana, e ci torno sempre per riprenderla. Sono quella principessa, che gioisce nel tornare a ripigliare la sua scarpetta, ma che al di là di tutto piange quando, consapevolmente, sa di dover ripartire e di doverla portare con sé, in un posto che non conosce né castelli né principi.
Ovunque vada, sempre con me
La sento nel cuore la mia Sicilia; ogni qual volta un raggio di sole mi tocca il viso, ogni qual volta per caso una donna mi sorride, ogni qual volta in coda al supermercato guardo le arance e i limoni, la mortadella e la mozzarella, ma che in quella precisa volta ne percepisco l'assenza, ne svanisce l'odore, se ne annebbiano i colori. La sento lontana, come un triste ricordo che mi offusca l'anima, che mi chiede di non lasciarla ancora e di ricordarmi di lei con una foto, un racconto, un ricordo...
Mi perseguita, non mi lascia andare, ed io imperterrita, sto lì e penso al mio passato, a quello che sono diventata grazie a lei, ai valori acquisiti vivendo con lei. Ai sorrisi che solo lei ha impresso sul mio viso, alle lacrime che ad ogni suo saluto mi chiedevano di rimanere. Sto lì e penso al mio presente, all'amaro ricordo che la sua corruzione mi ha lasciato, alla rabbia che le sue fabbriche mi hanno inflitto, al desistere allontanandomi da lei senza darmi spiegazioni. Sto lì e continuo a pensare... al mio futuro stavolta.. a quello che mi permette di vivere bene ma non pienamente felice, a quello che mi aiuta a raggiungere i miei obiettivi senza screditare ogni mio sacrificio, quello che la mano me la tende anche se io, incerta, dubito nel porgliela con un tormento al cuore.
I ricordi di una vita
Il perché? Me lo sono chiesto tante volte e la risposta è sempre quella... Mi manca. Mi manca il mare, il suo rumore che riesce a colmare ogni mio minimo pensiero. Quel mare che non cessa di agitarsi, che s'infrange sugli scogli senza stanchezza e sfida ogni limite della natura. È il suo rumore, suono, sinfonia che mi manca. Il suo tingersi di blu anche quando il nostro mondo è ricoperto di quel grigio triste e asfissiante.
Mi manca il suo sole. Caldo e limpido al mattino, focoso e torrido al meridione, leggero e fioco al calar della sera. Mi mancano le sue sfumature che tingono il cielo di mille toni, dalle più calde alle più rigide, dalle più pimpanti alle più fragili. Mi manca la sua spiaggia, non spenta e tenebrosa, ma leggera e gracile, delicata e pallida.
Nonostante tutto, sei casa per me
Viaggio, costantemente, giro il mondo ininterrottamente. Eppure, guardatemi. Non sembro forse una semplice ragazza innamorata della sua terra? Quella che ha dovuto lasciare, abbandonare, non perché glielo abbiano imposto, ma perché in quella terra nessuno poteva farla splendere, nessuno poteva lasciarla brillare nonostante il suo sole, il suo mare, la sua spiaggia.
Potremmo partire lontano, per giorni o per sempre ma niente e nessuno potrà impedirci di dimenticare le nostre origini. “Casa” è il posto in cui sorgono le nostre radici, è il luogo in cui fioriamo, cresciamo, maturiamo. Forse è proprio il viaggio il segreto che si cela nella nostra piccola ed intrinseca verità. Solo quando si è troppo lontani si riescono ad apprezzare le piccole cose, quelle che magari disprezzavamo, quelle che ci infastidivano… Il camioncino della frutta al mattino, il furgoncino della granita della domenica, il rumore del mercato sotto casa.
Tuttavia, se potessi, ogni volta, prenderei quell’aereo e volerei da lei. La Sicilia ha quel suo fascino che ti cattura... Non avrà la Torre Eiffel e nemmeno la Statua della Libertà, ma né l'uno né l'altro hanno ciò che solo lei possiede: la spensieratezza di vivere nelle sue semplici piccolezze. Perché nessuna spiaggia emana il suo odore, nessuna piazza divulga il suo rumore, nessuna pietanza possiede il suo sapore. Lasciatemi citare i miei carissimi cannoli siciliani!
Una triste verità?
Siamo forse poveri di speranza noi siciliani? vittime di un’odierna rassegnazione, prede della corruzione, schiavi dei pregiudizi, legati incessantemente alla leggendaria Cosa Nostra, prigionieri dell’ignoranza. Sapete però cosa vedo io? Un popolo che non ha mai smesso di sorridere.
Vedo un padre che si sveglia al mattino lavorando 12 ore al giorno per racimolare un pezzo di pane per la sua famiglia. In lui vedo il sacrificio delle sue fatiche, il coraggio proveniente dalle cadute, la forza acquisita dalla derisione, la tenacia ricavata dalle sconfitte. Vedo una madre afflitta dal dolore e terrorizzata dall’idea di far crescere i suoi bambini in quella terra che produce morte a causa dei suoi gas cancerogeni e fumi letali. Vedo ragazzi, che come me, sognano e sperano che un giorno, città come Gela possano conoscere la civiltà e la lealtà.
Cogliere il meglio da ogni cosa
D’altro canto, però, nella mia gente vedo anche valori… la disponibilità, la gratitudine, la gentilezza, la spontaneità, l’umiltà. Valori che nessuno può strappargli, valori che solo noi, siciliani, siamo in grado di possedere. Perché un siciliano il caffè te lo offre, il pranzo lo condivide, un passaggio non lo ritiene moneta di scambio. Il siciliano è sincero nella sua impulsività, è magnanimo nella sua semplicità, è cortese nelle sue possibilità.
Cosa occorre al risveglio? Un caffè ed un sorriso. C’è forse denaro che possa ripagare la gioia del cuore che trasmettono un caffè e un sorriso? È come dire ad uno sconosciuto “Ti conosco. Anch’io conosco i problemi, le difficoltà, le preoccupazioni, le paure. Ma sorridi con me; in fondo non c’è modo migliore d’affrontare questa lunga e tempestosa giornata che con un sorriso”.
Riflessioni
Personalmente, mi rammarico per tutte quelle volte che non sono stata in grado d’apprezzare ogni singola piccolezza della mia terra. Ma non ho mai dubitato del suo prestigio, del suo valore. Ogni volta che mi ritrovo a parlare con degli amici o colleghi stranieri, non esito nel chiedere:” Sei mai stato in Sicilia? Devi assolutamente andarci; c’è un mondo da visitare!”. Il mio volto cambia forma… da un semplice ricordo mille emozioni riaffiorano in me…
D’un tratto mi sento entusiasta, euforica, raggiante, semplicemente orgogliosa di essere nata in una terra che dal nulla è riuscita a coltivare una delle ricchezze più importanti in questo mondo: l’amore per l’essenza delle piccole cose, di ciò che si ha oggi ma non si è sicuri di avere domani. Eppure, lei, la mia Sicilia, sorride sempre nonostante le delusioni che le infliggiamo.
Terra mia, eri, sei e sarai tu la mia sola ed unica “Casa”.
Tua siciliana, Eleonora.
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