Giorno uno - Ioannissea
Cronaca di un viaggio in auto, nave, autobus e taxi
Vi lascio un sunto di quello che affronterete se decidete di raggiungere Ioannina con il traghetto. I costi complessivi per il pagamento al casello, la nave, l'autobus da Igoumenitsa e i taxi si aggirano intorno ai 140 euro, arrotondando per difetto.
Cercando le soluzioni per il ritorno a Pasqua abbiamo notato che prenotando con anticipo un volo Atene-Napoli si paga quasi la metà, comprendendo anche il costo per l'autobus da Ioannina alla capitale e il pagamento extra per il bagaglio nella stiva (40 + 22 + 24 euro).
Per quanto riguarda la città di partenza, abbiamo preferito Bari a Brindisi che, sebbene più vicina, pare non offra traversate piacevoli per via delle pessime condizioni di viaggio della Grimaldi Lines.
Bari, 18:30. Il porto è davvero vasto, la notte coincide con il mare, davanti si staglia imponente la nave della Anek Superfast (9h di viaggio per arrivare a Igoumenitsa, viene da chiedersi quanto ci metterebbe se avesse un altro nome…), ma non c’è tempo per lasciarsi intimorire dalla scena: tra le pratiche per l’imbarco con i documenti che volano ovunque per il vento forte, i trolley di certo più carichi di noi - le tre settimane di saluti mangerecci con familiari e amici si fanno sentire - gli addetti greci che prima ancora di metter piede sulla pedana ci parlano in un greco che ci prende alla sprovvista (“aaaah, ha detto prego, allora si pronuncia così!”), ci trasformiamo ben presto in fantozzine tragicomiche, rosse fiammanti come le valigie.
La nave è pulita e chic; tra specchi, lampadari, poltrone, la sala con le slot, il bar-ristorante pieno di gente e il negozio di souvenir, attraverso adorabili dialoghi in greco-inglese-italiano-lingua dei segni raggiungiamo la cabina (abbiamo preferito prendere due cuccette in cabine femminili da 4 con bagno incluso, sebbene il biglietto costasse 40 euro in più, per studiare un po’ la situazione in vista delle successive traversate).
Un cameriere di mezza età ci inquadra come italiane e ci prende in simpatia da subito, e tra una chiacchiera in cabina con la signora di Ischia sposata con un greco di Corfù, qualche piccolo problema alle chiavi della cabina (da cambiare in un minuto alla reception), un po’ di film fantasy e giochi televisivi in greco nella hall, il tempo scorre veloce.
Poltrone nella reception hall
Siamo in bassa stagione e, a parte i numerosi camionisti, saremo in tutto una trentina di viaggiatori, quasi tutti coreani o greci.
Il mare ci culla per un paio d’ore nelle cuccette ma, soprattutto se alla partenza e in compagnia, credo sia quasi impossibile prendere sonno. Inoltre le poltrone sono molte e abbastanza comode, anche se non sembra fosse possibile dormirci, mentre nella saletta-cinema con il televisore a basso volume che dà il telegiornale in greco è tranquillamente permesso accamparsi sui sedili e passare qualche ora a riposare.
Consiglio di mettere nello zaino tutto l’essenziale per rinfrescarsi la mattina dopo nei bagni dei vari piani, che sono puliti, e di vestirsi comodi per poter riposare se non si vuole portare un cambio per la notte nello zaino. I bagagli grandi vendono deposti nella stiva e non è possibile accedervi prima dell'arrivo.
Arriviamo in orario a Igoumenitsa, alle 6:30 (5:30 ora italiana). Dopo aver detto ciao alla costa italiana alla partenza, grido uno γεια σου alle coste greche che ci danno il benvenuto con la pioggia, all’arrivo.
È ancora buio, in giro non ci sono che camion e di fronte a noi una struttura chiusa, ma dopo una (tutto sommato breve) nuotata nelle pozzanghere in compagnia delle inseparabili valigie, che sembrano improvvisamente dotate di risoluta volontà a restare inchiodate sotto la pioggia, seguendo i tir abbiamo trovato l’uscita del porto, in fondo a destra, con i taxi ad attendere proprio lì davanti come ci era stato detto.
9 euro per una corsa di pochissimi minuti ci è sembrato un po’ strano, ma del resto il poverino ha rischiato la vita con noi per caricare e scaricare le valigie demoniache, e si è anche preoccupato di chiedere per noi alla Ktel (la stazione degli autobus) gli orari del primo autobus per Ioannina, quindi se li è meritati tutti.
Il biglietto dell’autobus, per una corsa di un’ora e trenta circa, costa 10,60 euro. L’autobus parte proprio dall’ingresso della stazione, è chiaramente riconoscibile e c’è ampio spazio per le valigie. L’ultima fermata è alla Ktel di Ioannina, anche se abbiamo notato che c’è una fermata vicino all’ospedale del campus universitario.
Vicino il parcheggio degli autobus della stazione ci sono i classici taxi verde scuro da poter prendere.
Il tassista non parla italiano nè inglese, ma sfoderando le poche paroline magiche in greco che abbiamo imparato ce la caviamo e in dieci minuti siamo all’affittacamere Stalaktites, a Perama.
Panoramica dell'hotel Stalaktites dalla porta della nostra stanza
L’università non poteva darci le stanze nel campus prima del 15 febbraio, giorno d’inizio del secondo semestre di corsi, ma abbiamo deciso di partire con qualche giorno d’anticipo per poterci organizzare, sbrigare la burocrazia e girare un po’ la città.
Con Booking abbiamo prenotato a 25 euro a notte una camera doppia nel posto più economico della città con le recensioni migliori; sapevamo che era un po’ lontano dal centro di Ioannina, ma per 12,50 euro al giorno non potevamo trovare un posto più tranquillo e pulito: la stanza è grande, con televisore, coperte, armadio, scrivania, tavolo da pranzo con sedie, riscaldamento, doccia calda, frigo, lavello, piano cucina e un po’ di stoviglie. Il vitto non è compreso, ma camminando sulla strada principale si trovano vari bar, piccoli supermercati e taverne pittoresche, buone ed economiche, oltre a negozi che vendono la pregiata oreficeria locale.
La proprietaria è un’adorabile signora in gilet di pelliccia, che è corsa subito ad accoglierci non appena ha saputo del nostro arrivo, nonostante fosse, pare, a un evento mondano del luogo, anche se non abbiamo capito bene di cosa si trattasse (una festa d’onomastico o il patrono della zona?).
Interno della taverna Ο Στράτoς, a dieci minuti di camminata dall'affittacamere
Di Perama, zona periferica famosa per le sue grotte, non c’è molto da dire. Tutti quelli che abbiamo incontrato sgranavano gli occhi in modo buffo non appena sentivano il posto in cui stavamo, ma c’è da dire che con l’autobus numero 16 (Πανεπιστήμιο - Περαμα), che è possibile prendere alla fermata vicino al lago, a quindici minuti di camminata dal nostro hotel, siamo riuscite a raggiungere senza problemi ogni giorno il centro e l'università. Il biglietto può essere preso o al chiosco lì vicino oppure direttamente dall’autista.
Non abbiamo ancora capito bene come funzionino i biglietti, perché scendendo dall’università abbiamo pagato sempre 1 euro, mentre per la salita, a seconda se si va all’università o a Ioannina città, variano dai 2 euro a 1,50.
Una delle chiese ortodosse a Perama
Alla fine della giornata mi sono resa conto che mi piacciono molto gli occhi dei greci. Non so dire cosa abbiano di speciale: forse il loro segreto è nel modo che hanno di guardarti quando parli con loro. Sarò pazza, ma anche Elena ha notato che molti dei nostri salvatori passeggeri si illuminavano non appena sentivano della nostra provenienza italiana, ma del resto, come pare che si dica qui, italiani e greci hanno “una faccia, una razza”.
In realtà, cercando un po’ su google ho scoperto che questo non è che uno slogan di epoca fascista, che oggi è utilizzato prettamente nelle località turistiche greche per mostrare simpatia nei confronti dei numerosi visitatori italiani.
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