La valigia è pronta!
La valigia è pronta!
Ogni volta che ci si prepara ad affrontare una nuova avventura, attraverso un viaggio mai stato fatto prima, subito si pensa a “cosa mettere in valigia”.
E’ questo, molto probabilmente, il dramma che più colpisce noi donne, al momento della partenza. Infatti, a differenza degli uomini, che per ragioni naturali hanno bisogno di un minor numero di “attrezzi” per la cura del proprio corpo e della propria persona, noi donne, non sappiamo, ogni volta, come la prima, da dove cominciare.
Questa volta, no!
Non è il mio caso, però, questa volta. Questa volta la sento e percepisco come qualcosa di speciale. E’ per me come una meta di arrivo dopo l’esperienza che i miei numerosi viaggi mi hanno già consesso.
Un bagaglio molto leggero!
Mi sono dunque “abituata” al fatto di non poter portare molte cose con me, ma questa è, forse, la prima volta in cui la cosa non mi dispiace. Sento, infatti, il bisogno di voler essere “leggera” e un po’ “vuota”, esattamente come la valigia che ho in mente di preparare, non perché il mio passato non abbia importanza oppure io abbia voglia di dimenticarlo, ma semplicemente perché sarei, così, in grado di concentrarmi maggiormente su quello che arriverà nel mio tanto fortunato prossimo futuro.
Una sfida con me stessa.
Ho intenzione, inoltre, di fare una specie di “gioco con me stessa” e di dare un significato ad ogni cosa che metterò in valigia, nella speranza che, al ritorno, io possa avere la possibilità di portarne una nuova, oppure già usata, piena di nuove avventure, nuovi ricordi, nuove esperienze e conoscenze che non fanno ancora parte della mia persona.
Allora, cominciamo!
Mentre sto scrivendo, mi accingo a preparare, con molta fretta, ma non per questo con meno cura, la mia valigia. Mancano ancora (o soltanto, che dir si voglia), due settimane alla data della mia partenza, eppure sembro avere molta fretta di “togliermi il pensiero“ il prima possibile, in modo da potermi sentire più libera e sicura nei prossimi giorni, oltre che soddisfatta ed orgogliosa di me stessa per l’eventuale raggiungimento dell’obiettivo che, di solito, mi vede non riscuotere poi tanto successo nel riuscire ad organizzare un tanto semplice “insieme di oggetti”, quanto importante e significativo.
Prima cosa:
Il primo oggetto che porto con me, in valigia, è un vestitino molto semplice. Ha,però, una grande specificità: quella che, purtroppo, è troppo stretto per me.
Lo avevo comprato durante i saldi di quest’inverno, ma, non avendolo potuto misurare in camerino, poiché in saldo, mi sono resa conto che la taglia non era delle più adatte per me, soltanto una volta arrivata a casa.
E perché che portarlo con me, allora? Voglio portarlo con me perché sono certa e fiduciosa che, alla fine di questo mio tanto atteso viaggio, sarò in grado di indossarlo con una maggiore fiducia ed una migliore performance.
Sono, infatti, alla continua ricerca del benessere della mia persona e sono certa che potrò continuare il mio programma di allenamento anche in una città dove ci si potrebbe dimenticare perfino di sé stessi(!) come Barcellona. Spero, e sono inoltre convinta, che riuscirò a farlo anche prima del mio ritorno. E’ una scommessa che faccio con me stessa. Chissà chi vincerà!!!!
Seconda cosa:
Come seconda cosa, voglio portare con me un ombrello. Eh già! Sembrerebbe che mi stia preoccupando un po’ troppo delle condizioni meteo in una città che, di sicuro, non ha problemi come questo, ma, in realtà, sto soltanto prendendo le giuste precauzioni visto il mio “lungo” periodo di permanenza presso questa città.
E’ impossibile, credo, che non possa non piovere per addirittura 5 mesi. Staremo a vedere! La ragione per cui lo porto è significativa, dunque, perché indica la mia volontà di restare a lungo a Barcellona e di non voler perdere neanche il tempo, molto ridotto, che sarebbe richiesto per comprarne uno nuovo, perché credo che ogni momento del mio viaggio sarà sicuramente prezioso. In tutto ciò, voglio essere pronta ad affrontarlo come si vede. Pronta a tutto, persino alla pioggia!
Terza cosa:
Porterò con me la mia valigia stessa! Anche la mia “vecchia” valigia rossa, quella un po’ rovinata dai tanti viaggi, ma che sempre mi segue, molto fedelmente, ha diritto di avere un significato speciale.
A lei concedo il significato di portare con me qualcosa, ma non molto, di cui non posso fare a meno, con la speranza, però, di riempirla, e anche tanto, di nuovo. Riempirla di tutto ciò che incontrerò, sebbene sia davvero difficile poter pensare a come sia possibile riempire, ancora di più, una valigia che già fa fatica a chiudersi!
Buone intenzioni!
E’ proprio per questo che, tra i buoni propositi di questo mio viaggio Erasmus, si trova anche l’intenzione di “lasciare qualcosa” nella mia nuova terra. L’intenzione, in questo caso, è quella di fare finta che tutto sia importante, ma, al tempo stesso, che, arrivata ad certo punto, di sentire la necessità di “dire addio” a qualcosa che non sarà più considerata necessaria per me.
“Siamo solo di passaggio”!
E’ questa una frase che mi ripeto molto spesso, ultimamente, dopo aver perso mio nonno. Ho capito, dopo la sua tristissima scomparsa, che su questa terra, lasceremo, forse, un segno d’amore, ma null’altro che appartenga ai beni materiali.
Voglio dire, il senso della vita, non sta, molto spesso, nell’accumulare dei beni o nel legarsi alle cose, ma, piuttosto, alle persone.
Più amore verso gli altri e meno cose!
E’ proprio per questo che credo che sia meglio “avere un amico in più”, piuttosto che una borsa firmata, oppure un paio di scarpe costosissime che poi, alla fine, si rovineranno come tutte le altre.
Quarta cosa.
Porto con me alcuni oggetti personali ai quali sono molto legata. Li metto insieme, in questa breve descrizione, perché è come se avessero un significato univoco. Sono, più che altro, degli orecchini, collane e bracciali che mi piacciono molto, ma che, tuttavia, non uso molto spesso.
Valorizzare quello che ho!
Ecco perché, proprio per questa ragione, ho deciso di portarli con me, al fine di valorizzare, e soprattutto di usare (!!), quello che ho!
Quinta cosa.
La mia spazzola. Ho un cura speciale verso i miei capelli e cercare di avere dei rituali, semplici, ma anche importanti e necessari, come ad esempio, pettinarsi, è una delle cose che più mi appassiona fare, durante la mia giornata.
Ecco perché, in questo senso, la mia spazzola rappresenta la volontà di non perdere, neanche in questo mio viaggio di Erasmus, quella cura che ho verso di me. “Difficile!”, si potrebbe pensare. Eppure, durante l’anno passato, ho molto spesso favorito, erroneamente, a volte, lo studio, alla necessità di “stare con me stessa”.
Non pensiate che potessi dimenticare di pettinarmi al mattino, però, ecco, questo piccolo rituale, rappresenta per me l’intenzione di non dipendere così tanto da “nulla”, se no, prima di tutto, da me stessa.
Eccomi qui!
Finalmente la mia valigia è pronta! Non mi resta che aggiungere tutto il resto necessario e partire per una nuova vvetura che non so ancora, dove mi porterà!!
Alla prossima!!
E grazie per aver letto questo articolo!!
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