Il Viaggio

Pubblicato da flag-it Elisa Taverna — 6 anni fa

Blog: Il baco
Tags: Notizie Erasmus

Il Viaggio.

Vivere in un altro paese significa anche avere il dovere di viaggiare e visitare. È un’imposizione, quasi un obbligo.

Per il ponte del primo maggio abbiamo portato a termine il nostro compito e da brave ragazze inintercambiosiamo partite.

Noleggiando una macchina ( rigorosamente in contanti, perchè nessuna di noi possiede una carta di credito), siamo partite da Santa Fe, destinazione Mendoza.

Il Viaggio

Dodici ore di macchina. Partiamo di notte, per non perdere tempo, accompagnate da una moka di caffè bevuta poco prima e un termos pieno di acqua bollente per il mate.  Inizio a guidare io, per una questione di anzianità, presumo. Pochi km fuori la città, la strada cambia in maniera repentina e l’asfalto diventa irregolare. La macchina inizia a sobbalzare in maniera scomposta. Un sordo “Toc!” seguito da un acuto“Auch!”attirano la mia attenzione. Dallo specchieto retrovisore vedo una delle mie compagne di viaggio massaggiarsi vigorosamente la testa. Il termos, che era stato adagiato sul ripiano del bagagliaio, dietro ai poggia testa posteriori, era caduto per via dei numerosi scossoni sulla sua testa.

Proseguiamo il viaggio per quasi un’ora effettuando il primo pit stop poco fuori un paesino deserto. “Ora del mate?”, propone una compañera.Il consenso si propaga nel gruppo entusiasta per la bibita bollente. Apriamo il bagagliaio e il termos cade rovinosamente al suolo con un sordo rumore di vetro rotto. Non curanti prepariamo l’infuso, ma il termos si rivela essere ormai irrimediabilmete compromesso. L’interno di vetro è completamente sbriciolato. Niente mate. Tristi ci rimettiamo in viaggio.

Alternandoci alla guida, dormicchiando, ma soprattutto soffrendo per il dolore agli arti inferiori, arriviamo a Mendoza dopo quasi 14 ore di viaggio. Siamo fisicamente distrutte.

Ci aspetta un bel bilocale in centro prenotato su Airbnb. Mi accaparro il lettone, avvertendo la mia compagna di dormita sulla mia sgradevole abitdine di scalciare e rotolarmi durante la notte. Ci riposiamo per un paio di ore e siamo pronte ad affrontare la città del vino. Fa fresco, non siamo abituate al clima frizzante della coridigliera, ma a nessuna manca l’umidità appiccicaticcia di Santa Fe. Rimaniamo subito sorprese dalla diversità di questa città, molto più turistica eeuropea. Si nota infatti maggior benessere economico, locali e ristoranti più simili ai nostri e un po’ più cari.

Il Viaggio

Il giorno seguente, dopo un intenso brainstroming e creativa confrontazione, decidiamo di visitare la Valle de Uco, alla scoperta della natura monatana e delle botteghe produttrici dell’ecelso vino mendocino. Saliamo in sella al nostro bianco bolide e ci dirigiamo verso il mirador del Cristo di Tupungato,  dove una enorme statua di Gesè ammira, assieme a noi, il magnifico panorama della precordigliera.

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Il nostro allegro peregrinare ci conduce all’amena località di Tupungato, dove scopriamo si svolgerà a notte una degustazione gratuita delle botteghe locali. Aspettando con trepidazione che giunga l’ora legale per bere alcool, ci rechiamo in macchina al Manzano Historico, località semi rurale, caldamente consigliata dall’impiegata dell’ufficio del turismo di Tupungato.

Dopo un pessimo caffè già zuccherato saliamo nuovamente in macchina per percorrere alcuni km di sterrato dentro una valle spazzato da starani venti caldi e freddi. Percorriamo a piedi un paio di chilometri, mentre i condor volano in circolo sopra le nostre teste.

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Finalmente ritorniamo nel paesino per approfittare della possibilità di assaggiare le squisite varietà di vino locali. La degegustazione supera le nostre aspettative, i rappresentanti delle botteghe sono estremamente gentili ed incuriositi dal nostro buffo accentoporteño. Per non fare torto a nessuno assaggiamo il vino di ogni stand e compriamo alcune bottiglie di vino. Stanche e infreddolite torniamo a casa, prima però ci concediamo un orrentopanchomangiatocon avidità in unkiosko.

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Il giorno seguente ci svegliamo di buon ora per recarci al parco dell’Aconcagua, che dista all’incirca quattro ore di macchina. La strada ci stupisce con la sua  bellezza e varietà paesaggistica. Lungo il cammino visitiamo il Puente de los Incas, una delle poche testimonianze dei popoli originari, irrimediabilmente compromesso da un impianto termale costruito dagli inglesi all’inizio del XX secolo.

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Il viaggio continua e verso l’ora di pranzo arriviamo al Parco. Il paesaggio è incredibilmente suggestivo. Una strada asfaltata ci accompagna sino al finto cartello che riporta l’altezza della cima dell’Aconcagua. Dopo la foto di repertorio, ci apprestiamo a tornare. Ci aspetta un viaggio molto, molto, molto lungo, destinazione Villa San Augustin, google dice sette ore in auto. Inizia la mini Odissea, più di otto ore di viaggio attraversando chilometri e chilometri di nulla. Dopo la sosta di mezzanotte presso una paninaro e fatto finalmente gasoglio ( il terrore di rimanere senza benzina mi stava corredendo ), ripartiamo. Arriviamo all’ostello alle due di notte. Malgrado l’orario, il personale accoglie con estrema gentilezza.

Il giorno dopo siamo pronte per esplorare il Parque Ischigualasto, o Parque de la Luna. Soddisfatte per aver ottenuto lo sconto studenti del 50% sul biglietto di ingresso, risaliamo sulla nostra fidata compagna di viaggio ed esploriamo, in una carovana composta da una ventina di auto, l’interno del parco. È qualcosa di magnifico e straordinario.

Il Viaggio

Terminata la visita, ci dirigiamo verso il paesino di Balde de Rosario. La stanza è bellissima, lettone matrimoniale e letto a castello. Stanche ma felici ci sobbarchiamo altre due ore di macchina, fra andata e ritorno, per fare rifornimento di benzina e di birra. Al ritorno la gentilissima proprietara dellacabaña ci porta una dozzina di squisiteempanadas de carnefatte in casa, per la modica cifra di 100 pesos ( 4 euro ).  Felici andiamo a dormire.

Con l’aria frizzantina che ci accompagna, facciamo rotta verso la nostra ultima tappa, il Parque Talampaya. A bordo di un camion esploriamo il magnifico canyon rosso baciato dal sole, altra esperienza straordinaria. Purtroppo è arrivato il momento di tornare a casa.

Il Viaggio

Rimontiamo sulla nostra scheggia bianca e facciamo rotta verso Santa Fe.

Passata Cordoba e fatto cambio guidatore, la fame e il bisogno di andare in bagno ci colgono con prepotenza. Sotto la pioggia battente, in mezzo al nulla, scorgiamo un distributore di benzina con annesso punto ristoro. Un uomo sulla sesantina occupa uno dei tavoli vuoti mentre guarda una stucchevole telenovela latinoamericana. Con aria scocciata ci riscalda la dozzina di empanadas che abbiamo richesto. Fuori, un giovane benzinaio sorride contento di poter finalmente parlare con qualcuno. Affamate ci avventiamo sul cibo, ma dobbiamo scontrarci con la dura realtà dell’autogrill disperso nella pampa a conduzione famigliare...sono immangiabili. Sconsolate ci rimettiamo in viaggio e sfidando la pioggia e iflechabus( compagnia di bus locale ) che ci superano tutta velocità, arriviamo a casa. Una eroica compaga consegna la macchina alle 8 del mattino.


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