A caccia di Azulejos

Sono di nuovo qui a confidarvi segreti e racconti, misti e arricchiti con mie leggende personali, del mio amato Portogallo. Oggi scriverò di una sua tradizione, che però ho deciso di inserire nella sezione notizie erasmus.. perchè? Perchè non sapevo dove altro ponerla: non vi scriverò di ricette o di vita erasmus, ne tantomeno di suggerimenti o borse di studio... vi parlerò infatti di una tradizione costruttiva ben nota a chiunque abbia fatto una passeggiata per le vie di una città lusitana, visto alcune foto o anche solo ricevuto una cartolina dalla terra Portoghese. Vi parlerò infatti degli azulejos, che sono oltre che una tradizione, un vero e proprio tocco di colore delle città portoghesi e le rendono riconoscibili a chiunque per il loro fascino. Per chiunque è già stato a Lisbona, sa che sono il volto colorato e allegro della città. Non trasudano melanconia come le struggenti note del fado non si arrampicano per le strette vie del centro storico come il mitico tram 28, non si protendono verso il Nuovo Mondo come la celebre Torre di Belem, ma regalano alla capitale portoghese quel tocco di colore ed eleganza che la rende unica. Sono gli azulejos, piastrelle di ceramica smaltata e decorata che ricoprono numerose abitazioni e monumenti della città. 

Se dovessi riassumere in tre parole i miei trenta giorni in Portogallo non avrei dubbi: ventopasteis de nata e azulejos!

Mi sono appassionata a questa arte in seguito alla lettura del romanzo “Viaggio in Portogallo”, dove l’autore Josè Saramago racconta il suo lungo percorso in terra Lusitana, descrivendo minuziosamente le architetture degli edifici incontrati sul suo cammino e, in particolare, la bellezza degli azulejos. A prescindere dall'essere studentessa di architettura, vorrei raccontarvi questo mio amore per le ceramiche… 

Non può sfuggire ad un viaggiatore attento il fascino esercitato dagli “azulejos”, quelle caratteristiche mattonelle (o piastrelle che dir si voglia) che ornano palazzi e chiese, fontane e stazioni ferroviarie, chiostri e case anche modeste, angoli di strada e giardini. Si tratta, con ogni probabilità, dell’arte decorativa maggiormente tipica di quella terra iberica, ancora oggi coltivata con legittimo orgoglio da maestri che ne fanno oggetto di culto, sfruttando nella fabbricazione in primo luogo i segreti di un’antica tradizione. Certo è che, per chi arriva per la prima volta a Lisbona o a Porto, quella degli azulejos è forse la prima, e di sicuro una delle più sorprendenti meraviglie che gli sono offerte. Tanto che la città diventa, per occhi non abituati a tanta brillantezza, un caleidoscopio di colori. 

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La stessa parole azulejo già mette sull’avviso: è un termine di origine araba. Azulajum significa pietra pulita, lucida; e indissolubilmente è legato al colore azzurro ( "azul" in portoghese) almeno nella sua modalità più nota, colore caratteristico con cui sono costruiti, insieme al giallo e a pochi altri, sullo sfondo di porcellana rigorosamente bianca. Altre origini possono essere una parola persiana dal significato di lapislazzuli, oppure l’araba “azzelij” che può essere tradotta in “pietra piatta, liscia”. Il vocabolo indica non solo quelle piastrelle decorative ma anche vetrate con le medesime proprietà. 

Sia pure utilizzate in altri Paesi, come Spagna, Italia, Olanda,Turchia, Marocco, e poi anche in territori conquistati come Messico e Brasile , è in Portogallo che assunse un’importanza speciale nel contesto universale dell’arte. Ne fanno fede la longevità dell’uso, ininterrotto per più di cinque secoli, nonché il modo di applicazione avendo abbellito strutture architettoniche mediante rivestimenti accurati, mezzi questi che ci permettono oggi di capire le maniere di intendere il rinnovamento del gusto e dell’immaginario avvenuto nel corso di questo mezzo millennio. L’originalità di tale arte consiste non tanto nel valore artistico delle singole piastrelle, quanto nei modi della loro proliferazione.Tuttavia questa non è autoctona, poiché le sue prime forme espressive vennero importate dall’artigianato arabo, in seguito alla conquista di Ceuta in territorio marocchino (tuttora enclave spagnola) da parte dei Portoghesi nel 1415. Prima di affermarsi definitivamente nel Paese affacciato sull’Atlantico, transitò attraverso l’Andalusia, ove sono presenti significative testimonianze: Siviglia, rinomato centro produttore di azulejos e di ceramiche e in generale, fin dal 1503 fu il luogo di riferimento e di perfezionamento delle tecniche. Di conseguenza,sono del 1585 primi manufatti prodotti in Portogallo, data dalla quale i lusitani non si discostarono più avendo accettato con entusiasmo tale arte, dapprima semplice e successivamente trasformata, evoluta ed infine resa moderna, seguendo i cambiamenti verificatisi nel tempo. 

Utilizzati per secoli per abbellire edifici civili e religiosi, gli azulejos vissero un momento di decadenza nel corso del  XX secolo, quando la dittatura militare prima e a quella di Salazar poi  imposero anche nell'arte la visione nazionalista che non lasciava spazio alle "frivolezze". Una specie di "realismo fascista" che non impedì comunque alle piastrelle colorate di abbellire le imponenti opere murarie di Avenida Infante Santo e di decorare alcune tra le più importanti stazioni della metropolitana di Lisbona. Da vedere, ancora oggi, il Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie che indica la strada alla fermata di Cais do Sodré,  gli azulejos firmati dal famoso architetto Siza Vieira e dal pittore Ângelo de Sousa della stazione Baixa/Chiado e le decorazioni della fermata Parque, dedicate alle scoperte geografiche e agli animali immaginari.

E per conoscere la storia completa degli azulejos portoghesi e ammirarne alcuni tra i più belli ( tra i quali lo spettacolare "Grande panorama de Lisboa" lungo più di venti metri) bisogna assolutamente visitare  il Museo Nacional do Azulejo, situato in uno splendido palazzo storico - ovviamente adornato di colorate ceramiche - in Rua da Madre de Deus a Lisbona.  

Quando parliamo di questa arte infatti non possiamo che soffermarci sulla capitale portoghese. Passeggiando per la città si scopre di essere entrati in una specie di grande museo diffuso dedicato all'arte degli azuelejos. Ecco quindi le ceramiche seicentesche delle sale interne di Palacio da Fronteira, quelle ottocentesche del  palazzo Ferreira das Tabuletas e gli splendidi azulejos della facciata esterna della vecchia fabbrica di ceramiche Viuva Lamego. Seguendo le indicazioni della mappa interattiva di Lisbona si incontra l'imponente Igreja ( o convento ) de São Vicente de Fora con gli azulejos che rappresentano alcune delle più belle fiabe dello scrittore francese Jean de La Fontaine; nelle stradine dell'antico quartiere dell'Alfama si ammirano le piastrelle che raffigurano i santi posti all'ingresso delle case per proteggerle mentre percorrendo il Chiado e il Bairro Alto si rimane estasiati di fronte alle facciate delle case riccamente decorate dagli azulejos. Da vedere anche le decorazioni in ceramica della Igreja de São Roque, quelle delle sale delle sale interne del ristorante della Casa do Alantejo in Rua das Portas de Santo Antão e della famosa e antica birreria Trinidade, nel quartiere Chiado. Nel quartiere Luminar vale la pena fermarsi davanti alla  Quintas dos Azulejos, con ceramiche del XVIII e XIX secolo, anche sulla facciata, ed entrare nella non lontana Capela de São Sebastião, abbellita da decorazioni seicentesche. Il tour nella Lisbona degli azulejos può infine concludersi golosamente nell' "Antigua confeteria de Belem" dove si ammirano splendide piastrelle colorate mentre si degustano i tipici Pasteis de Belem ( su cui ho sdritto un articolo in loro nome tra le mie ricette erasmus).

Tra le composizioni più belle che potete trovare in Portogallo vi segnalo le scene di caccia nella Sala dos Brasões del Palacio Nacional de Sintra, gli stupendi interni dell’Igreia de la Misericordia di Evora, la fontana nel parco di Cascais, i pannelli dell’Igreja de Santo Ildefonso nella piazza di Batalha, l’entrata del castello di Óbidos e soprattutto gli azulejos dell’Estação Ferroviária de São Bento e quello enorme dell’Igreja do Carmo, entrambi a Porto!

Si trovano testimonianze di azulejos in giro per l’intero paese, o perlomeno io ne ho trovate in ogni città portoghese che ho visitato, ma ho scelto di parlarvi in particolar modo quelli di Lisbona, perchè considero la città una sorta di museo a cielo aperto per chi vuole ammirare queste bellissime maioliche. Ed il problema è che sono sicurissima di essermi persa tantissimi azulejos, in me è nata una vera e propria passione! Tra i motivi per cui mi piacciono gli azulejos è che danno un tono allegro, colorato e vivace alle città. In un luogo dove risuonano le struggenti note do fado, dove molti palazzi sono lasciati all’incuria, dove si notano gli evidenti disastri di un terremoto e dove i tram sono vintage e mai rimodernati, gli azulejos sono una sorta di sorriso, il sorriso sul volto di una splendida donna spesso malinconica. E mi piacciono perché si possono trovare ad ogni angolo, perché costringono a stare col naso all’insù, perché sono sempre diversi, sempre una sorpresa. Ovviamente è impossibile – a meno che non si abbia tanto tempo a disposizione – ammirare tutti gli azulejos perché sono davvero tantissimi !!  

Allora che aspettate? Prenotate al più presto e dedicatevi a una bella caccia al tesoro, tentando di identificare quanti più azulejos possibili !! :)


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