Cose da non fare a Venezia
"Venezia da e Venezia toglie", questo sarà il filone conduttore dell’articolo di stamani, perchè qualora capitiate in questa meravigliosa città del e tanto decantata del Veneto per la maggior parte del tempo dalla sottoscritta che è in procinto di inaugurare il suo terzo anno da fuori sede, è fondamentale seguire certe avvertenze, specie se siete turisti e quindi non siete particolarmente pratici di questa località.
Non per voler scoccare una freccia a sfavore di coloro che la vivono in quanto residenti “purosangue”, ma è palesemente chiaro a chiunque che il veneziano medio predilige dare precedenza ai visitatori occasionali col fine di fregarli, piuttosto che crearsi un giro di poveri studenti disposti a ritornare qualora il servizio offerto valga davvero la pena. Questo discorso non vale di certo per i mezzi di trasporto pubblico, dato che qualche settimana fa’ ne ho fatto un monumento letterario, giusto per dare un po’ di fasto a ciò che scrivo. Ad ogni modo l’intento di questo lungo post è un monito di avvertenze per non ferire i sentimenti della Serenissima, bensì qualche consiglio per godersela al meglio, con la furbizia dello studente. Diamo al via a questa ipotetica classifica.
Mangiare in questi ristoranti:
Sto parlando di “fondamenta del Pagan” e “fondamenta de la Cazziola” (per chi non lo sapesse, con fondamenta a Venezia si intende la strada che si affaccia sul canale), in pratica una strada che faccio tutti i giorni arrivando da Mestre e scendendo a Piazzale Roma. Essendo una zona ultra trafficata per il via vai di gente che si reca al lavoro o in università, ma soprattutto da visitatori carichi di valige e via discorrendo, si concedono al primo ristoratore che vedono e per la maggior parte delle casistiche si tratta di ciò che vedete raffigurato nella foto. Personalmente trovo molto più rincuorante e delizioso le pietanze di plastica presenti nelle vetrine dei locali, rispetto a ciò che servono al tavolo. Senza ombra di dubbio alcuno lo straniero che non ha mai provato la vera e propria cucina italiana potrà rimanere stupito dal sapore di tutto ciò, mentre per quanto riguarda gli italiani, non se ne intravede nemmeno l’ombra. Prezzi esorbitanti per portate che non valgono lontanamente la pena. Inoltre, apprezzo molto il fatto che ci sia il personale che ti saluta con un sorriso Colgate da 32 denti, per alcuni può rappresentare una svolta a una giornata uggiosa e negativa. Questo particolare avviene in svariate parti di questa città e altrove, ma sappiate che qualcuno che viene ad elemosinarvi di entrare, e un posto da cui tenersi alla larga.
Dare da mangiare ai piccioni:
Questo discorso vale per qualunque località italiana o di altri paesi purchè sia caratterizzata da queste stupende specie del creato. Evitate, perchè se avete questa ricercata ammirazione per codesti animali recatevi nello spiazzo presente sotto il ponte Calatrava, per osservare dei numeri goliardici con tanto di acrobazie in volo. Io, in tutta franchezza, le trovo alquanto terrificanti poiché mi vedo come papabile bersaglio di eventuali bisognini. Il problema principale che affligge Venezia da decenni è questa sovrappopolazione di piccioni, presenti in tutti gli angoli della città, anche i più impensabili, come aule universitarie, biblioteche e bar. Insomma, sono i re del mondo, ma il loro luogo principale di ritrovo è piazza San Marco. Non provano paura, nonostante i vari tentativi di inseguirli per spaventarli, però c’è un semplice motivo. Loro SANNO che c’è puntualmente qualcuno che li nutrirà, al di là di raccattare qualche briciola in giro. Stare sotto il tavolo di un bar è troppo scontato, troppo da plebei per loro, per tanto si aggirano impettiti per le calli. Chiunque si diletti in questa pratica perversa, merita l’arresto immediato e anni di reclusione in carcere. Onestamente, non riesco a capire come qualcuno evoluto quanto un umano possa pensare di nutrire un portatore di numerosi agenti patogeni. Vorrei solo farvi notare che avere un occhio di riguardo per chi ha una fobia o chi comunque vuole evitare di avere anche questo fattore di disturbo in una città così già affollata di gente.
Evitare di passare da Lele:
Lele, o meglio conosciuto come “Bacareto da Lele”, non si tratta di un mio compagno di corso, ma di uno dei locali storici presenti dal 1968, che serve vino a una clientela molto variegata, dai veneziani doc, agli squattrinati come me fuori sede, fino ai passanti ignari che si fanno attirare dal mucchio di gente presente. Trattasi di un must-have per concludere la giornata con dell’alcol buono ad un prezzo abbordabilissimo, oppure per la pausa pranzo, una consolazione pre o post esami e compagnia cantante, insomma, è perfetto per ogni momento. Il nome lo si deve al fondatore, Gabriele, ma ora è subentrato in gestione il figlio Fabio, che serve centinaia di clienti tutti i giorni alla velocità della luce, deliziandoli con abile maestria e simpatia, talvolta bevendo anche sul posto di lavoro. Il locale è davvero molto piccolo, un buco, ma chi va non si fa problemi ad aspettare o a sgomitare attirata dall’atmosfera che traspare. Oltre al vino, si può chiedere uno spritz, oppure da mangiare: panini per mezzogiorno e taglieri di salumi e formaggi in orario serale. Per quanto riguarda il fattore coperto/dove mangiare, tendenzialmente si sta in piedi appoggiandosi al tavolino interno oppure tranquillamente fuori, oppure in alternativa sui gradini della fondamenta oppure sulle scale dell’ingresso della chiesa dei Tolentini. In quanto questo luogo è sinonimo di qualità, anche un vino di 60 centesimi viene servito in calici di vetro, che verranno ritirati da qualcuno del personale che fa un giro dello spiazzo. Questo luogo è anche molto gettonato per gli aperitivi post cerimonia di laurea e umiliazioni pubbliche conseguenti a quest’ultima, con papiri e cruciverba, tradizioni tipiche della regione Veneto. Perciò passate in questo mirabolante angolo e non fate i traditori della patria. Lascerei una nota più che positiva, intendiamoci, dieci su dieci a questo posto, poiché non si segue la politica spietata e volta al lucro più sfrenato, bensì a voler arricchire la propria clientela e fidelizzarla.
Visitare San Marco e dintorni nel periodo delle lauree di Ca’Foscari:
Poche volte l’anno cade la pomposa cerimonia e benché possa sembrare una cosa fantasmagorica, non lo è se non è il vostro giorno per il semplice fatto che la piazza viene riempita in media da mille laureandi, cada uno avente il diritto di tenere due posti al suo fianco per parenti e non. Oltre a ciò sono presenti i nuclei familiari con tanto di compagnia di amici, universitari ed infanzia, quindi immaginatevi la cifra di persone presente, più i malcapitati turisti del momento (senza ovviamente dimenticare i nostri tanto amati piccioni che la fanno da padrone). Si sgomita per muoversi e si perde qualcuno anche alla distanza di soli 50 centimetri. Prendere i mezzi pubblici poi e camminare nelle vicinanze rappresenta una problematica non indifferente, in quanto i primi pullulano di passeggeri nelle fasce orarie interessate, mentre la seconda casistica vi farà sudare freddo dal nervoso, in maniera particolare subito dopo la proclamazione, quando tutti cominceranno a muoversi. Il rischio di essere travolti e investiti in tutto ciò è qualcosa di più che normale. Se si è soliti a percorrere un tragitto, per esempio, che parte da Piazza San Marco e che finisce in Campo Santa Margherita in soli 25 minuti, preparatevi ad aggiungere un’ora per compiere tale impresa in queste determinate circostanze. Di certo, da studentessa di Ca’Foscari, non posso fare altro che vantarmi di avere una celebrazione di tale calibro rispetto ad altre università della nazione, ma fidatevi, se potete evitare, fatelo e non proverete rimorsi. Per vostra informazione questa occasione cade di venerdì, mentre per quanto concerne le lauree magistrali non ne ho la più pallida idea, almeno, non credo ci sia un giorno specifico, poiché la discussione della tesi non può interessare un singolo giorno.
Detto ciò mi fermo qua al momento, sperando di fare mente locale e proporvi altre dritte da viaggio e non!
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