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Come funziona l'università in Italia? Ecco dei consigli


Ciao famiglia Erasmus!

Quando sono arrivata in Italia, credevo che l'università fosse più o meno simile a quella spagnola. Ma sono rimasta parecchio (e piacevolmente) sorpresa quando ho scoperto che ci sono notevoli differenze. È questo il motivo per cui qui di seguito vi spiego le differenze fondamentali affinché non veniate colti alla sprovvista:

  1. Struttura del sistema universitario:

    • Spagna: nel sistema universitario spagnolo si parla di "Grado" e si tratta del primo ciclo di studi superiori che ha una durata di quattro anni. Dopo questo primo ciclo di studi, si parla di "Postgrado" che consiste essenzialmente in una specializzazione. Si può scegliere di fare un "Máster" oppure un "Doctorado", che è un programma che ha come fine la ricerca scientifica avanzata.
    • Italia: il sistema universitario italiano è diviso in Laurea Triennale, che dura tre anni e Laurea Magistrale, che corrisponde a una specializzazione della durata di due anni. Dopo la specializzazione si può anche scegliere di fare un Master.

    Per quanto riguarda la questione voti, in Spagna vanno da uno a dieci e il cinque corrisponde alla sufficienza, quindi si può superare un esame con un cinque. In Italia, invece, i voti vanno da 1 a 30 e si passa l'esame prendendo almeno un 18. È necessario che teniate bene a mente questa differenza, perché vi tornerà utile soprattutto quando verrà fatta la conversione dei voti al sistema di valutazione spagnolo. Infatti, io avevo preso 30 in molte materie, però, nel momento della conversione, quei 30 sono diventati 9,9 anziché 10...

  2. Frequenza:

    • Spagna:Tutti gli insegnamenti sono suddivisi in una parte teorica e in una pratica e solitamente la frequenza è obbligatoria solo per la parte pratica, ma dipende dal professore.
    • Italia:ci sono principalmente 2 tipi di insegnamenti:

      a)Le materie tradizionali che non hanno frequenza obbligatoria. Come funziona quindi? Semplicemente se frequentate le lezioni dovete dare un esame specifico (di solito il numero degli argomenti dell'esame è limitato) e se non frequentate le lezioni non dovete dare l'esame. A volte, l'esame è uguale per tutti, che si sia frequentato il corso o no. In questo modo, soltanto voi potete decidere, si tratta di una scelta personale, che spetta soltanto a voi e ovviamente ve ne assumete le conseguenze.

      b)I laboratori: sono delle lezioni più pratiche che corrispondono ad un numero inferiore di crediti. È obbligatorio frequentare il 90% di queste lezioni, quindi ci si può assentare soltanto una volta, ma non è previsto alcun tipo di esame.

  3. Esami:

  • Spagna: ci sono tre appelli, a gennaio, a maggio/giugno e a luglio. Tra questi tre ci si può presentare soltanto a due appelli.
  • -Italia: ci sono 3 sessioni per l'appello di ogni semestre, a dicembre, gennaio e febbraio per il primo semestre e a maggio, giugno e luglio per il secondo semestre. A seconda del professore, potete rifare l'esame tutte e tre le volte se venite bocciati o non vi presentate, oppure saltate direttamente l'appello se ad esempio non passate l'esame a dicembre e dovete darlo a maggio.

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In generale questo salto di appello non viene fatto quasi mai. Nel mio corso non ci sono stati casi di salto di appello e, dunque, credo che l'organizzazione degli esami in Italia sia ben strutturata perché vengono date più opportunità (fino a sei, a seconda del professore) e allo stesso tempo si ha la possibilità di scegliere quando dare l'esame.

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Io sono in Erasmus e sto frequentando la Laurea Magistrale in Pedagogia che ovviamente è più complessa e impegnativa rispetto alla Laurea Triennale, ma se si ha un buon livello di italiano, la si può frequentare senza troppe difficoltà.

Quindi, se avete un livello di italiano non troppo alto, sicuramente i corsi della Laurea Triennale saranno più facili perché il livello è inferiore. In ogni caso, vi consiglio di studiare l'italiano (in un altro articolo parlerò dei trucchi e dei benefici che comporta il saper controllare la lingua italiana) e di studiare ciò che più preferite, non solamente le cose più facili (che è anche una buona scelta).

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Inoltre, vi consiglio di scrivere un'email a tutti i professori all'inizio dell'anno affinché sappiano che siete studenti Erasmus e che siete realmente interessati al corso. In questo modo, quando avrete qualsiasi tipo di dubbio, potranno capirvi meglio. Ma attenzione: se riempirete un professore di email poco prima dell'esame, non la prenderà per niente bene... soprattutto se capisce che siete studenti Erasmus (stereotipi).

Dovrete semplicemente adattarvi poco a poco, sapere dove si svolgono le lezioni, perché in Italia si cambia aula molto spesso e cambiare i corsi che si sovrappongono.

Andare in Erasmus è il modo migliore per adattarsi a un nuovo contesto, quindi non temete, abbiate coraggio e vivete la vostra esperienza al massimo!

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Se avete delle proposte o consigli per i temi dei prossimi articoli, potete inviarmi un messaggio su Erasmusu oppure lasciare un commento su Facebook o sotto il post.

Un abbraccio a tutti e alla prossima!


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