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Il sole dentro


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Mi chiamo Caterina e sono appena tornata da una delle esperienze più belle che uno studente possa fare, ma immagino che già lo avevate intuito, dal momento in cui sto scrivendo sul sito web di Erasmusu.

Quando l’anno scorso ho fatto domanda Erasmus, avevo immaginato più o meno che sarebbe stata una bella esperienza, di quelle che ti fanno imparare tanto, ma mai mi sarei immaginata di innamorarmi a tal punto di una città e di uno stile di vita; certo, non è tutto rose e fiori come si pensa: arriva il momento in cui ti manca la focaccia, la birra Peroni, arriva il momento in cui ti manca persino il caciocavallo, nonostante non ti sia mai piaciuto. Arriva il momento in cui non ce la fai più a svegliarti la mattina e a non trovare tazze pulite. Però, posso assicurarvi, cari lettori, che una volta tornati a casa vi mancherà anche lavarle, con gli occhi semichiusi.

Ho trascorso 5 mesi in Spagna, nella meravigliosa e "caliente" penisola iberica, dove c’è sempre aria di festa - ed è vero - dove la gente ti saluta, nonostante non ti conosca.

Ho vissuto il mio Erasmus a Murcia, comunità autonoma sud-orientale spagnola, anche detta la barzelletta della Spagna.

All'inizio, non ero molto convinta della mia scelta, in quanto la penisola iberica, terra del reggaeton e della vida loca, è sempre stata meta di migliaia di italiani che vanno lì solo per divertirsi, per ballare le hit spagnole che ogni estate rimbombano nelle nostre case, nelle nostre spiagge, nei nostri locali: italiani che scelgono la Spagna perché, si sa, è piena di belle ragazze, perché non costa molto e perché lo spagnolo è facile da imparare.

Ora, checché se ne dica, la situazione non è esattamente questa.

Partiamo dal fatto che lo spagnolo non è assolutamente facile da imparare: essendo una lingua romanza come l’italiano, ha una grammatica complicata, in cui il congiuntivo è pane quotidiano! In più, l’università in Spagna non è una passeggiata, o, per lo meno, l’università di Murcia: diverso metodo di studi, pratiche da consegnare ogni settimana che ti portano a studiare volta per volta, lezioni fino alle 9 di sera e solamente due settimane intense di esami a gennaio. Venendo io da un’università pubblica, non ero più abituata a fare i compiti a casa, come succedeva al liceo, ed è stato molto strano riabituarsi: vi posso assicurare che non ho mai studiato così tanto e con tanta costanza in vita mia. Tanto di cappello agli spagnoli, dunque!

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Detto ciò, posso anche complimentarmi con gli spagnoli e con la città di Murcia, per la pulizia della città, limpida ad ogni ora del giorno e per il suo essere così… economica! Partendo dalle stanze, che vanno dai 150 euro ai 300 euro mensili, alla spesa (nel fantastico Mercadona, che più che un supermercato sembra un quartiere, per quanto è grande), alle uscite il sabato sera: se siete amanti della birra, allora Murcia è il posto giusto per voi: birre a 0,50 centesimi, pinte a 1,50… ditemi voi se questo non è il paradiso!

Questo succede perché, a mio parere, Murcia, più che una città, è un paese e, per di più, popolato da studenti: tra il campus La Merced e il campus Espinardo, gli studenti della UMU rappresentano più della metà degli abitanti!

Studenti, che popolano ad ogni ora del giorno la costellazione di bar intorno alla Merced: da la Playa, a Maraña, da La Toga, a el Kiosko Universidad… sta a te scegliere dove sederti, a seconda ovviamente, della presenza di un tavolo libero, difficile da trovare alle 7 di sera.

Essendo appunto Murcia un grande paese, ogni bar ha i suoi clienti abituali con cui ci si ritrova quasi ogni sera e, ognuno di noi ha scoperto il suo luogo del cuore, la tappa fissa, il primo step per cominciare le serate del venerdì e sabato: per me, la birreria La Colmena si è da subito piazzata al primo posto nel mio cuore: qui ho lasciato un pezzetto di cuore, parte del mio fegato e svariati euro; a seguire, il locale Revolver, uno dei pochi luoghi in cui si può ballare e ascoltare musica rock e non reggaeton; il pub Republika, locale alternativo in cui si può fumare una sigaretta sorseggiando un Calimocho con mora all’interno del locale (perché per strada è proibito) e tanti altri.

Non essendo amante del reggaeton e delle discoteche in generale, non posso consigliarvi locali come il Badulake o Parabarap o la discoteca Luminata, in quanto ci sono andata pochissime volte e contro la mia volontà.. sappiate solamente che esistono anche quei tipi di locali in cui offrono la birra e la sangria, e un cicchetto di Tequila costa 0,50 centesimi!

Come già detto, il tenore di vita è molto basso, la maggior parte dei ristoranti offre delle ottime tapas a poco prezzo e per tutti i gusti: marinera onnipresente in ogni bar, insieme alle croquetas de jamòn e alla tortilla. Consigliati (da me, ovviamente) Vox Populi, ristorante con una vastissima scelta di cibi di qualità e Madre de Dios; inoltre, se proprio non volete sradicarvi dalle vostre origini italiane, nel cuore della città, c’è la pizzeria Mano a mano, dove la pizza è veramente italiana e non una pseudo-pizza tanto gettonata all'estero.

Di Murcia, oltre al cibo e alla birra, ho amato il sole e la sua eterna primavera: indossare il giubbotto di jeans il 21 di gennaio, non è una cosa che capita spesso! Il sole, c’è quasi ogni giorno, che ti riscalda, ti coccola e ti regala dei tramonti meravigliosi; quel sole, è onnipresente: sbuca da una cuspide della Cattedrale, entra nel salone di casa tua, risplende nell'acqua del fiume e penetra nell'anima degli spagnoli: sì, perché gli spagnoli hanno il sole dentro, non hanno mai un motivo tanto forte per essere arrabbiati con il mondo, non c’è spazio alla tristezza, sui loro visi. Forse è per questo che mi sono innamorata di questo popolo e di questa città, della siesta pomeridiana, del flamenco, di pranzare alle 15:00 di pomeriggio e di studiare tutta la notte in aula studio.

Concludo dicendo che sceglierei di studiare con un programma Erasmus, 100 altre volte perché è un’esperienza che cambia il punto di vista di ognuno di noi, fa riflettere sull'importanza e anche sulla non-essenzialità di ognuno di noi: vivendo con gente proveniente da ogni parte del globo, capisci che la diversità è indispensabile per la sete di conoscenza, e soprattutto che è una cosa bellissima. Al giorno d’oggi, scoprire che una tua compagna di classe viene derisa solamente perché ha il velo in testa, è una cosa che fa male al cuore, è simbolo che il progresso si è arrestato, non va più in avanti ma indietro.

Sta a noi, generazione Erasmus, figli dell’Europa, abbattere i muri dell’ignoranza creati dalla paura della diversità, dalla paura che quella diversità possa poi piacerci e diventare normalità.

L’esperienza Erasmus è l’antidoto contro l’odio dell’essere umano.


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