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Pozzo di San Patrizio


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Il pozzo di San Patrizio

Pubblicato da flag-it Chiara Menghetti — 5 anni fa

Alcuni giorni fa con la mia famiglia sono stata in visita alla città di Orvieto, in Umbria. E’ una località poco distante da Siena, piuttosto nota, ben visibile dall’autostrada, ma che per qualche motivo né io, né mia madre e né tantomeno mia sorella avevamo mai visitato.

La cittadina di poco più di ventimila abitanti è famosa essenzialmente per due cose: il suo magnifico Duomo e il Pozzo di San Patrizio. 

Sebbene il Duomo sia veramente un’opera architettonica oltre che pittorica spettacolare, in questo post vorrei parlare del pozzo di San Patrizio, che mi colpì molto per la sua particolarità.

 

Si tratta di un vero e proprio capolavoro di ingegneria rinascimentale, costruito nel corso del 1500 per l’approvvigionamento di acqua per i cittadini di Orvieto, in particolare in caso di calamità.

 

Si trova nella parte bassa della cittadina umbra, in viale Sangallo, ed è possibile accedervi pagando un biglietto dal costo di cinque euro. Vicino all’ingresso si trova un magnifico affaccio dal quale si può ammirare tutta la valle di Orvieto.

Una volta varcata la soglia d’ingresso si comincia subito a scendere attraverso il pozzo, attraverso un’ampia scala a chiocciola. Tutta la scala è illuminata dal basso, il che rende tutta la discesa decisamente suggestiva.

 

La struttura

 

Il pozzo in sé è profondo oltre cinquanta metri, e ai suoi margini si aprono settanta grandi finestroni. Da essi, se non si soffre di vertigine, ci si può affacciare per rendersi conto di quanto sia effettivamente profondo il pozzo e di quanto deve essere stata complicata la sua realizzazione. La scala elicoidale, fatta di gradoni bassi e larghi, conta 248 scalini, che permettono di raggiungere il fondo del pozzo in una decina di minuti. 

La cosa particolare e caratteristica è che mentre la discesa avviene mediante una scala, la salita è possibile attraverso una scalinata differente, che non si incrocia con la prima. Infatti le due rampe elicoidali sono a senso unico, autonome in tutto e per tutto, e dotate di due differenti ingressi, sui due lati opposti del pozzo. Questo accorgimento permetteva ai muli e alle persone incaricate di raccogliere l’acqua e poi di trasportarla all’esterno di non incontrarsi, quindi di non intralciarsi, velocizzando tutta la procedura. 

Dal punto di vista strutturale il pozzo fu ricavato scavando direttamente nel tufo di cui è prevalentemente costituito l’altopiano su cui sorge la città di Orvieto, e che purtroppo oggi sta iniziando a risentire dei danni provocati dagli scarichi fognari. Il pozzo ha una forma cilindrica a base circolare, con un diametro di circa 13 metri.

Noi rimanemmo veramente impressionati da quest’opera, spettacolare e misteriosa. Veniva davvero da chiedersi come avessero fatto gli uomini del 1500 a pensare e a realizzare una struttura del genere, che ancora oggi appare come un capolavoro di ingegno e perfezione. In particolare, una volta arrivati sul fondo del pozzo, volgendo lo sguardo verso l’alto se ne può apprezzare la profondità, oltre che l’organizzazione perfettamente studiata e ordinata. In più il sistema di illuminazione che è stato installato all’interno accentua questo senso di ordine geometrico, e rende tutta la struttura ancora più suggestiva.

 

La storia

 

Attualmente si crede che il pozzo di San Patrizio sia stato realizzato quando Papa Clemente VII si rifugiò in provincia di Terni nel 1527, durante il sacco di Roma. L’architetto incaricato del progetto del pozzo fu Antonio da Sangallo il Giovane che tra il 1527 e il 1537, si impegnò per creare una struttura che rendesse possibile l’approvvigionamento d’acqua anche in situazioni di emergenza, come nel caso di assedi o calamità naturali. Dopo la morte di Clemente VII i lavori per la costruzione del pozzo furono portati a termine dal nuovo papa Paolo III Farnese. 

 

La leggenda della grotta di San Patrizio

 

Il pozzo di San Patrizio trae ispirazione dalla figura di San Patrizio, patrono dell’Irlanda.

Secondo la leggenda il per convertire la popolazione irlandese il santo avrebbe avuto bisogno di un segno dell’esistenza di Dio e della veridicità dei suoi insegnamenti. San Patrizio dunque pregò Dio, che gli rivelò la presenza di una profonda cavità nel terreno, che chiamò Purgatorio. Affacciandosi sull’orlo di questa cavità gli irlandesi avrebbero finalmente creduto alle parole di San Patrizio, poiché essa avrebbe consentito loro di sperimentare di persona tutte le gioie del cielo insieme alle pene dell’inferno.

Da qui la leggenda del pozzo di San Patrizio, che doveva essere una cavità profondissima, talmente profonda che non se ne poteva scorgere il fondo.

La correlazione con il pozzo di San Patrizio di Orvieto è piuttosto ovvia ed evidente non appena ci si affaccia, anche se di fatto il fondo è in questo caso ben visibile. 


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