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From Russia with love: Samara

Pubblicato da flag- Giulia Tamai — 6 anni fa

0 Tags: flag-cr Esperienze Erasmus Sámara, Sámara, Costarica


Chi sono:

Mi chiamo Giulia e vengo da un piccolo paese del nord - est Italia in provincia di Pordenone, ho 29 anni e mi sono laureata alla triennale di turismo culturale all'Università degli studi di Udine nel 2012 e sempre nello stesso ateneo ho frequentato l'anno seguente un master di primo livello che mi ha dato l'abilitazione all'insegnamento della lingua italiana anche all'estero.

Ho inseguito così le mie passioni per le lingue e i viaggi e la possibilità di far conoscere in altri Paesi la nostra bellissima lingua, insieme agli aspetti socioculturali dell'Italia.

Un'altra mia grande passione è quella per il sociale, il lavoro o volontariato a contatto soprattutto con minori, motivo che mi ha portata a scegliere il mio sve in Russia, tre anni fa... non solo per scoprire la meravigliosa e a me del tutto sconosciuta cultura di questo immenso Paese, come recita il titolo del mio progetto: "Discover Russian culture", ma anche perché avrei lavorato in una scuola materna con dei fantastici bambini.

Il mio servzio volontariato europeo:

Durante il mio anno di master una mia compagna di corso si era candidata per partire con uno sve in India...ricordo come parlava entusiasta della cosa e fu così che iniziai ad interessarmi all'argomento, dapprima facendole mille domande e poi vagliando in internet i diversi progetti. Quando mi interessai a quello sulla Russia era un volontariato già approvato e volevano qualcuno che potesse partire immediatamente...tra l'altro veniva organizzato dalla stessa sending organization con la quale era partita la mia amica (www.xena.it), di Padova e sapevo perciò di potermi totalmente fidare; la hosting organization di Samara era già loro partner da diversi anni (www.icye.ru).

Appena inviato il mio cv sono stata immediatamente contattata da Xena per sostenere un colloquio via skype con una responsabile dell'agenzia russa e mi venne subito comunicato il buon esito della intervista e accordata la partenza; quest'ultima si è ritardata però di 3 mesi a causa della lentissima burocrazia di entrambi i Paesi: dovevo infatti aspettare la lettera di invito in originale, redatta da una prestigiosa università del luogo, per far si che potessi ricevere un visto studenti; solo con quella e l'assicurazione internazionale, ho potuto recarmi a Milano all'ufficio visti per ottenerne uno e finalmente siamo riusciti a prenotare i voli di andata e ritorno.

Ho svolto il mio sve a Samara, in Russia, da febbraio ad agosto 2014

From Russia with love: Samara

i locali la chiamano il “piccolo villaggio”, anche se la città conta un milione e mezzo di abitanti ed è più estesa di Milano, ma la percezione delle dimensioni e delle distanze sono totalmente diverse dalle nostre. Si trova a poche ore dal confine col Kazakistan, ad una ora e mezza di aereo da Mosca mentre col treno ci vogliono 17 ore, per arrivarci.

La città, attraversata dai fiumi Volga e Samara, è sede, fra le altre, di una importante università aerospaziale che ospita numerosi studenti internazionali, nonché di diversi teatri, cinema e del rinomato bunker di Stalin, costruito nel caso Mosca venisse conquistata dai nazisti, durante la seconda guerra mondiale e ritenuto utile fino a metà anni 80, quando si pensava al possibile scoppio di una terza guerra globale contro gli Stati Uniti d'America.

Appena arrivata ho trovato il freddo ad accogliermi...dai +10 - 15 gradi che c'erano qui in Italia, visto l'inverno mite e sereno di quell'anno, sono passata ai -33 della Russia. 

La mia prima sistemazione fu in una famiglia (coppia giovane con figlia tredicenne) dove si parlava solo russo e i genitori volevano che la figlia migliorasse il suo inglese scolastico conversando con me; le cose però non sono andate proprio così....la ragazzina era timida e introversa e preferiva starsene per conto suo piuttosto che interagire con me...al contrario della madre che invece era fin troppo invadente e non aveva neppure capito i nostri ruoli all'interno del progetto (secondo lei ero andata lì per essere l'insegnante privata della figlia e fare le pulizie di casa)...a causa di questi problemi di comprensione, sommati a quelli linguistici e culturali, dopo un mese e mezzo sono stata costretta a cambiare appartamento; andai quindi in quello volontari (ce n'era solo uno messo a disposizione dell'agenzia per 4-5 di noi) scambiando il posto con Hanne, la mia collega olandese durante lo sve, che preferiva invece stare in una famiglia per praticare la lingua russa, che già studiava.

In questo nuovo appartamento ho vissuto con una ragazza francese, Blandine, una turca – francese, Elif (sostituita poi da una altra ragazza francese, dopo la fine del suo progetto, Lauriane), una tedesca, Raffaela e nell'ultimo mese di permanenza anche con un ragazzo francese, Samuel.

Il mio progetto si svolgeva in un piccolo asilo privato che accoglieva un massimo di 12- 14 bambini, che raggiungevo a piedi in 15 – 20 minuti quando abitavo in famiglia, mentre dal secondo appartamento in 45 prendendo anche un tram; lì io ed Hanne siamo sempre state multitasking...lei mi aiutava con la lingua, sapendo bene sia il russo che l'inglese e ci dividevamo i compiti equamente ogni giorno, così come i turni (mattina: 8.30 - 14.30, pomeriggio: 11.30 – 17.30); facevamo tutte le cose che vengono fatte in una materna, sebbene fosse un po' "diversa" da quelle a cui siamo abituati in Italia, in quanto utilizzano il “metodo Waldorf”, ideato da Steiner, pedagogista austriaco, che prevede di educare in modo armonico il bambino, curandone le facoltà cognitivo-intellettuali (pensiero), quelle creativo-artistiche (sentimento) e quelle pratico-artigianali (volontà).

Ogni giorno venivano offerte attività tendenti ad affinare le capacità manuali ed espressive del bambino, utilizzando sempre materiali poveri e semplici (giochi fatti a mano, noci, conchiglie, bastoncini, tappi, bambole di stoffa ecc) e mantenendo sempre una vita sociale attiva con lezioni di musica, modellazione cera, pittura, lettura e simulazione di fiabe, preparazione di dolci, biscotti e fresche insalate tutti insieme, lavoretti manuali e coreografie per prepararsi alle feste periodiche scandite dal calendario russo.

Le feste e il lavoro:

Assolutamente da citare maslenitza, il carnevale russo che si celebra sette settimane prima della Pasqua ortodossa (bellissima in questa ricorrenza la tradizionale messa notturna che termina con uno spettacolo di fuochi d'artificio e le campane che suonano a festa e la mattina dopo ci si può deliziare con il tipico dolce pasquale russo, il kulich) che dura una settimana e durante la quale si festeggia la fine del lungo inverno bruciando la vecchia e cucinando ogni giorno i bliny, le tradizionali crepe russe, finissime e da farcire  sia con cibi dolci che salati; questa festa l'abbiamo celebrata a scuola con insegnanti bambini e genitori, fra canti e balli tradizionali e tanto tanto cibo accompagnato dall'imprescindibile tè e anche in città in quanto vengono organizzati eventi un po' dappertutto.

From Russia with love: Samara

A scuola era anche importante festeggiare il giorno del compleanno di ogni bimbo, nel quale lo si traveste da re o da regina, nel caso di una bimba, per farlo o farla sentire importante ed in suo onore vengono raccontate storie, si balla, canta ed infine si mangiano delizie e la torta portata dai genitori.

Ogni giorno invece, prima dei pasti, recitavamo tutti insieme una poesia per ringraziare del cibo di cui potevamo disporre (ogni tanto la pasta la cucinavo io, ma come piace a loro: stracotta e con tanto burro), tenendoci per mano e condividendo ognuno il proprio pezzo di pane con tutti i commensali...poi uscivamo a giocare all'aperto due volte al giorno e con qualsiasi condizione atmosferica (dopotutto le scuole chiudono solo sotto i – 35 gradi) mettendo infine a dormire i bimbi tra litanie, olii essenziali per conciliare il sonno e un dolce suono d'arpa.

All'asilo mi sono sempre trovata benissimo, accolta e benvoluta...ogni giorno avevamo la pausa tè fra noi insegnanti e a turno portavamo caramelle e biscotti e alla fine della mia esperienza ho ricevuto molti doni: collanine, oggetti, un libro di disegni dai bambini e uno di ricette tipiche sovietiche dai maestri.

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Durante le vacanze estive, due maestre, Marina e mama Masha, hanno invitato me e la mia collega a passare delle giornate meravigliose con la loro famiglia, volendoci offrire tutto in segno di ospitalità, la prima in riva al fiume, in campeggio, l'altra facendoci visitare un famoso museo cittadino condividendo il cibo e la gioia di poter stare all'aperto senza preoccuparsi del temibile freddo, finalmente!!! infatti in estate si toccano anche i +35 gradi e si può tranquillamente prendere il sole in riva al Volga o fare delle mini crociere coi battelli (fa pensare il fatto che in inverno lo si possa attraversare a piedi o con i gommoni per alcune ore da una sponda all'altra...e ci sono lastre di ghiaccio e neve, mentre in estate ci si va per fare il bagno).

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Quasi ogni week end uscivamo tra noi volontari ma anche con alcuni ragazzi del luogo, organizzavamo feste e uscite serali, in inverno negli appartamenti o in locali, ristoranti, centri commerciali o nei banya, le tipiche saune russe dove si può prenotare una saletta con piscina e sauna per gruppi, spendendo meno, portando cibo e bevande da casa, mentre in estate il più possibile all'aperto, tra pic – nic e passeggiate nei parchi, per godere dei pochi mesi caldi che il clima russo dona ai suoi abitanti.

Abbiamo fatto numerose gite in giornata, tra le quali ricordo quella in un piccolo villaggio russo dove ci insegnarono a costruire il nostro uccellino, simbolo della primavera, con stoffa e filo....in quanto loro stessi sono molto più di noi in sintonia con la natura, conoscono i nomi delle piante e i loro utilizzi e nei prati selvatici raccolgono piccoli frutti o foglie per preparare tè ed infusi e spesso nei parchi pubblici si trovano cartelli con nomi e spiegazioni sulla fauna e flora del luogo.

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La primavera mi fa tornare alla mente la festa della donna (8 marzo) talmente sentita in Russia che se capita in un giorno festivo si sta a casa anche il lunedì successivo; diversamente che da noi, lì le donne non pagano il biglietto sui mezzi pubblici, vengono offerti cioccolatini dai controllori, ci si scambia piccoli doni e a casa come nei luoghi di lavoro gli uomini regalano fiori -gli immancabili fiori che simboleggiano sempre la primavera e la bella stagione e si prestano per ogni occasione: festa degli innamorati, per i compleanni degli amici..- a noi, in una pasticceria, hanno addirittura offerto una fetta di torta ed il tè.

Ancora cito la giornata dei cosmonauti del 12 Aprile, durante la quale si festeggia l'anniversario del volo del prima cosmonauta, il russo Yuri Gagarin, avvenuto nel 1961; per l'occasione andammo a visitare il grande razzo di Samara che fa da ingresso al museo dello spazioe venne proiettato un breve video riguardante il cosmo e le stelle.

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Infine l'importantissima parata del 9 maggio per la Festa della vittoria, per celebrare la sconfitta del nazismo ed essere grati ai martiri e combattenti/veterani della IIGM...si vedono sfilare tutte le forze armate, ci sono i cavalli e le majorette , altoparlanti dai quali fuoriescono canzoni popolari e di guerra che tutti orgogliosamente cantano o intonano e gli immancabili fuochi d'artificio in riva al fiume, di sera...che giornata indimenticabile!!!.

I viaggi e le esperienze:

Dopo due mesi dal mio arrivo ho anche iniziato ad insegnare italiano e tenere un gruppo di dibattito in una piccola scuola privata di lingue, così, con i miei risparmi e questa modesta entrata ho potuto viaggiare visitando in compagnia alcune delle principali città russe : Mosca e la sua piazza Rossa, la San Pietroburgo delle notti bianche, proprio nel periodo del mio compleanno, a giugno, quando per l'occasione vennero a trovarmi due amiche italiane, Elisa e Giovana; Yekaterinburg, dove ho sperimentato il couchsurfing per la prima volta, sede di un famoso santuario dedicato agli ultimi zar di Russia; Kazan, capitale della repubblica del Tatarstan che si trova ad appena 8 ore di autobus da Samara, incrocio fra fedi diverse; Togliatti, cittadina che prende il suo nome proprio dal nostro Palmiro, rinominata così in suo onore dall'allora comitato centrale sovietico dopo la sua morte nel 1964.

Ricordo con piacere la partecipazione all'on – arrival training a Vladimir, città dell'anello d'oro di Mosca, dove ho conosciuto altri volontari sve che operavano in realtà diverse dalla mia e in altre città russe: Janka dalla Slovacchia e Veronika dalla Repubblica Ceca a Nižnij Novgorod e Viktor dalla Germania a Ufa.

Nel corso di quei mesi ho collaborato con AEGEE Samara (www.facebook.com/aegeeinsamara) contattando la presidente (la bravissima Yuliya, ora non più in carica): ho rappresentato e presentato l'Italia durante l'European day organizzato dal gruppo, in aprile e partecipato a diversi eventi della Summer University in luglio, fra i quali ricordo il week end al Grushinsky festival: meraviglioso!!!! 2 giorni di pura musica, migliaia di persone accampate lungo le rive del Volga, barbecue all'aperto, fuochi serali, mercatini, bancarelle, chioschi e naturalmente fiumi di alcool (anche se io non bevo eh eh)...il tutto a due ore e mezza di treno da Samara.

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La vita in Russia:

I treni in Russia sono una esperienza che non si può non fare, impossibile da scordare...viaggi lunghissimi in vagoni notte con cuccette strette e corte che ti costringono a piegare le gambe (se si vuole la platzcar, ovvero il biglietto più economico, che noi compravamo sempre).

Gente che parte già ubriaca e che ha come unico intento quello di condividere tutto il cibo possibile inimmaginabile con te (oltre alle immancabili zuppe che possono essere insaporite con smetana, la panna acida e i sukhariki, pezzettini di pane nero tostati:

From Russia with love: Samara

ci sono i pel'meni: ravioli di farina di grano teneri e le insalate sempre condite con abbondante maionese, delle quali la più conosciuta è la vinaigrette con le barbabietole, il salmone e il caviale, funghi, grano, ortaggi, cetrioli e pomodori in salamoia, polente fatte di diversi cereali-avena, segale, orzo, grano saraceno ecc- miele e confetture, ovviamente per prepararsi alle molte ore di viaggio.

In treno, non appena scoprono che sei straniera iniziano a regalarti dolci o qualche oggetto e a parlare parlare parlare....anche se non capisci la loro lingua un metodo per comunicare e tenerti sveglia lo trovano sempre, con musica, canti e balli e la vodka (anche se non è l'unica bevanda tradizionale...vi sono infatti il Kvas, ottenuto da linfa di betulla fermentata e poco alcolico, il Mors,bevanda che si ottiene dopo la cottura di alcuni frutti di bosco, di solito mirtilli rossi e il Kompot, simile al mors ma per il quale possono utilizzarsi diversi tipi di frutta e come per il precedente tanto zucchero -bevanda che preparavamo sempre a scuola per la merenda, insieme al tè-.

Un altro mezzo di trasporto da provare assolutamente sono le “mashurke”, dei mini bus appartenenti a compagnie private che girano per tutta la città dalla mattina presto, le 6 fino alle 22 – 23...gli autisti guidano spericolatamene ed essendo mezzi molto vecchi non sai mai se potresti trovare un finestrino rotto ed aggiustato col cartone...in pieno inverno!!! o vari guasti al motore...la particolarità di questi “autobus” è che non esistono i campanelli...per scendere si deve gridare il nome della fermata all'autista, che spesso tiene la musica a tutto volume, o “la prossima” alzandosi in piedi e sgomitando fra le persone per farsi largo e poter scendere.

Infine, sempre in estate, mi sono offerta per tre giorni come volontaria presso una scuola di lingue che organizzava campeggi linguistici estivi con bambini e ragazzi: giorni intensi fatti di attività ludico – sportive, lezioni di inglese, presentazione dell'Italia con gioco a domande per loro e divertimento notturno con altri volontari.

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In tutto ciò non posso non citare la mia fantastica mentor, Anya, una ragazza del luogo ma che sa parlare anche l'italiano e l'inglese in quanto ha vissuto/lavorato all'estero per molto tempo; lei è sempre stata super disponibile con me e mi ha aiutata molto con i problemi linguistici e logistici, i primi giorni mi accompagnava ovunque, poi veniva alle feste con me e il bello è che adesso vive in Italia, a Roma, come una mia studentessa della scuola di lingue e l'ex Presidentessa Aegee, Yuliya....insomma, un filo sottile mi unisce ancora alla mia fantastica esperienza che sempre porterò nel cuore.

Ovviamente le difficoltà non sono mancate e sicuramente il principale ostacolo è stato quello linguistico in quanto non avevo mai studiato russo in vita mia e non sapevo neppure leggere il cirillico...diciamo che sono partita proprio...all'avventura!!!

Purtroppo abbiamo fatto solo una decina di lezioni in 6 mesi con un insegnante volontario molto disponibile ma che parlava solo russo e un po' di tedesco...quindi per chi era agli inizi come me era impossibile capirci qualcosa.

Non conoscevo per niente la cultura e le usanze di questo popolo che conta più di 145 milioni di persone e alcune cose sono state difficili da accettare...come una ancora palese disparità fra i sessi, che ho notato sia in famiglia che al lavoro e i modi di fare spesso non troppo educati e gentili nei confronti del prossimo (trumatico affrontare le file per comprare i biglietti di viaggio...le persone sono impazienti, spesso, se ci metti troppo tempo per una operazione iniziano a circondarti e parlarti con risentimento e senza garbo...alcuni impiegati maleducati, senza preavviso, potevano mettere il cartello di pausa per 10 minuti o più costringendoti a cambiare fila e rifare tutto daccapo);

inoltre ho riscontrato profonda paura e diffidenza verso gli stranieri, soprattutto di lingua anglofona (la situazione cambiava non appena dicevi di essere italiano, tedesco o francese...allora partivano elogi ai nostri Paesi, intonazione di canzoni famose -per l'Italia “un italiano vero” o “azzurro”- e immediata simpatia) poiché spesso, muovendoci fra noi volontari di diverse nazionalità, parlavamo inglese come lingua franca e da alcuni ci è stato intimato di non parlare in inglese ma russo perchè eravamo in Russia o dettoci che loro gli americani non li sopportano (ovviamente parlo di gente comune incontrata per strada o nei mezzi pubblici, non delle persone già abituate a progetti internazionali come nei luoghi dove facevamo volontariato o in quelle associazioni come aegee, dove i giovani viaggiano e studiano le lingue).

Il segreto è aver affrontato tutto a testa alta senza mai mollare, anche dopo aver sbagliato strade e direzioni cento volte a causa della difficoltà di comprensione/lettura indicazioni o di chiedere/capire i controllori...e allora tornavo indietro finchè non arrivavo a destinazione, o inventandosi qualche piccolo stratagemma, come quando in un supermercato ho disegnato in un foglio di carta un accendino perchè non c'era modo di capirsi e la parola in russo proprio non la sapevo! E poi sorridere gentilmente....non troppo visto che solitamente non è un atteggiamento comune in pubblico, mentre nel privato si.

Esperienze memorabili:

Comunque sia tutte le esperienze che ho vissuto in quei 7 mesi della mia vita sono state bellissime e significative. e vorrei menzionarne due in particolare:

1. In treno, durante il viaggio di ritorno dal nostro on-arrival training a Vladimir, eravamo io e altre due volontarie, abbiamo conosciuto una ragazza russa che tornava a Samara dopo un fine settimana a Mosca...appena ci sentì parlare inglese le si illuminarono gli occhi: lei era presidente del fan club russo ufficiale di Michael Jackson, il suo idolo musicale, per il quale aveva deciso di imparare la lingua inglese ma purtroppo, vivendo in un piccolo villaggio tra Samara e Togliatti non aveva modo di praticarlo con nessuno ed infatti erano dieci anni che non lo parlava più...così iniziò a conversare con noi; subito facemmo amicizia e ci scambiammo i contatti facebook con la promessa di risentirci presto. Infatti pochi giorni dopo ci sentimmo e lei ci invitò a casa sua a trascorrere il week end e senza pensarci due volte abbiamo deciso di recarci da lei: che magnifico fine settimana!!! aveva i cavalli e la piscina, il karaoke e un piccolo produkti (supermercato) dal quale potevamo prendere diverse barrette di cioccolato gratis eh eh; con lei e una sua amica andammo a visitare Togliatti e poi tra i boschi alla scoperta del suo paesetto.

2. Il secondo episodio avvenne in una caldissima giornata di metà luglio: una delle maestre, Marina, mi invitò a visitare un santuario a di là del Volga...si doveva prendere il battello per arrivare sull'altra sponda e da lì noleggiare una jeep per percorrere 10 km di strada sterrata e piena di buche...poi proseguire a piedi per una mezz'oretta e raggiungere questo luogo sacro dove si trovano una chiesetta e una fonte di acqua santa; dopo aver pregato si andava all'interno di una cabina, ci si doveva togliere le scarpe e spogliare per essere poi investiti da tre secchi stracolmi di acqua gelata, da capo a piedi!!! ricordo ancora la sensazione di freddo che però fu anche piacevole e gratificante dopo tutta la fatica per raggiungere quel luogo!!! infine riempimmo alcune bottiglie con l'acqua della fonte e riscendemmo al villaggio per pranzare tutti insieme...Marina volle offrirmi il pranzo in segno di gratitudine (eravamo noi due, suo figlio e sua suocera).

Cosa mi hanno insegnato queste due esperienze? che ci si deve fidare, anche se non si conoscono appieno i luoghi in cui si andrà o le persone perchè qualcosa di bello accadrà sempre!.

E tutto lo sve sicuramente a crescere.


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