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Un incubo


Ho vissuto a Ponta Delgada per l'intero anno accademico, da settembre 2021 a fine giugno 2022, frequentando l'università delle Azzorre (dipartimento di studi umanistici).

Innanzitutto scrivo la mia esperienza per avvisare i futuri erasmus di ciò che troveranno su quello che presentano come "paradiso azzorreano"... Spoiler: è un inferno. In più, ci tengo a precisare che condivido qui quello che non è solo un mio parere, ma il parere della stragrande maggior parte degli studenti erasmus che ho conosciuto.

Ho vissuto, per fortuna, in una casa insieme ad altri 7 studenti e non in residenza. Dico "per fortuna" perché la residenza universitaria è situata nel quartiere più malfamato della città, lontana dal centro, lontana dall'università, in un contesto residenziale molto povero e disagiato, tanto che frequentemente avvenivano crimini non banali. Avverto tutti, ma soprattutto le ragazze, a non uscire mai sole e mai di sera, nel caso si trovassero nelle condizioni di dover per forza optare per la residenza. I casi di tentato stupro non sono pochi e vengono banalizzati dai coordinatori UAç.

La criminalità è altissima ovunque: nei miei primi 5 minuti a Ponta Delgada mi è stata rubata la valigia e la polizia ha confessato di non dare importanza ai furti, perché ne succedono troppo e sono crimini "da niente". Spesso sono stata vittima di stalking, da parte di uomini che si affacciavano, la notte, alla finestra della mia camera, e di molestie verbali in giro per la città e per l'isola. I ladri, in un'altra occasione, sono entrati anche in casa nostra e hanno rubato oggetti di valore, soldi e documenti ad una mia coinquilina. Ho assistito a numerosi scippi davanti alla strada di casa (30 metri dall'università). E, un'altra volta, un uomo è entrato in casa nostra di notte e ha cercato di stuprare un'altra coinquilina. La polizia si è mossa solo in questa occasione, colpevolizzando la vittima, tra l'altro. Ribadisco che abitavamo in una zona residenziale centrale, a 30 metri dall'università. Inoltre, a tutte le ore, ma soprattutto di notte, Ponta Delgada è piena di gente tossicodipendente e alcolizzata che molesta i passanti e gli abitanti (spessissimo bussano alle finestre per chiedere cibo e soldi o per disturbare la gente; una volta mi ha bussato anche una prostituta e un'altra volta hanno lanciato oggetti alla finestra, durante la notte). Spesso si vedono risse e gente ubriaca che lancia bottiglie in giro per le strade (una volta mi sono ritrovata, davanti alla finestra di casa, un uomo ubriaco sanguinante che tentava di aggredire una signora con una bottiglia di vetro e lei che urlava di chiamare la polizia). 

Per quanto riguarda l'università in sé, è inutile dire che è ad un livello di insegnamento bassissimo: le lezioni sono spesso ridicole (ad un livello pari della scuola media italiana - anche gli studenti francesi e spagnoli di studi umanistici e scientifici sono d'accordo), solo alcuni insegnanti decidono di spiegare le lezioni anche in inglese. Ho avuto insegnanti molto disponibili e insegnanti pessimi proprio dal punto di vista umano, tanto che ho dovuto abbandonare un corso perché la professoressa evitava di parlarmi/considerarmi/spiegarmi il corso/darmi anche solo i power point e si rifiutava di rispondere a qualsiasi mail. Il coordinatore erasmus del dipartimento di scienze sociali e umane è totalmente incompetente (non sa neanche i corsi del suo dipartimento, dando informazioni sbagliate), non disponibile, maleducato e cafone.

L'università mi ha avvisata SOLO una settimana prima dell'inizio delle lezioni che il corso di filosofia (da cui provenivano la maggior parte delle mie materie sul Learning Agreement) non esisteva più. Infatti il sito dell'Università non è aggiornato da anni: non esisterà neanche la metà dei corsi descritti. Tralascio tutti i problemi avuti con il LA, con la segreteria e tutto il resto.

Sempre a livello di insegnamento, il metodo di valutazione è continuo: prevede, cioè, che durante l'anno ci siano diversi test scritti, paper (individuali e di gruppo) e presentazioni. I voti sono tendenzialmente più bassi rispetto a quelli che si otterrebbero nella propria università, anche perché i professori sono di manica molto stretta e spesso vedrete il vostro impegno valere solo una misera sufficienza, senza motivo apparente o spiegazioni. Fateci caso, se tenete alla vostra media.

Non c'è obbligo di frequenza nel dipartimento FCSH, ma è raccomandato presenziare alle lezioni.

Il clima di Ponta Delgada è pessimo, piove sempre e tanto (piove pure in casa, dato che i tetti sembrano fatti con la carta pesta e i muri sono fradici di umidità. D'altronde, questa è la realtà anche delle case recentemente ristrutturate). E onestamente i 20 gradi di dicembre sono molto diversi dai 20 gradi continentali: fa freddo anche alle Azzorre, si.

La cultura culinaria è esistente o comunque  pessima secondo tutti gli italiani e francesi. Al supermercato non ci sono tutti i prodotti e anzi, l'unico in cui trovare prodotti che non siano beni essenziali è Continente, nel Parque Atlântico. Se siete vegani, prendetevi una pausa perché i prodotti veg del supermercato sono pochissimi e costano tantissimo, e solo nei ristoranti turistici di Ponta Delgada troverete alternative vegetariane.

Il costo della vita non è basso, anzi, direi superiore/uguale a quello italiano. Solo la birra nei bar costa effettivamente poco.

Poi che dire, non c'è niente da fare: la vita notturna è inesistente o comunque molto scarna; concentrata a Provisorio (praticamente un ritrovo di erasmus), Cantinho dos Anjos e forse altri 2/3 locali. 

Se amate fare lo stesso giro di trekking per tutto l'anno, buon per voi: i paesaggi sono realistici ma dovrete noleggiare una macchina per arrivarci (in inverno partono dai 20 euro, nelle altre stagioni è difficile trovare un'auto disponibile a prezzi che non siano folli). Ma tranquilli, in due/tre giorni vedete tutta l'isola, da quanto è piccola.

Questa è la mia esperienza, e non solo mia, ma di tanta gente che ho conosciuto. Pensavamo tutti che valesse la pena di vivere un anno in mezzo all'oceano, in una realtà diversa, ma il risultato è stato questo. Molti dei miei coinquilini sono tornati dall'erasmus ben prima della fine dell'erasmus, per la disperazione e la noia.

In bocca al lupo ai futuri erasmus! 


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