Un sabato a Pistoia
Pistoia
Pistoia è una cittadina di circa 90.000 abitanti con un glorioso passato, e come tutte le città della Toscana possiede un centro storico antico e imponente.
La città, circondata da mura, ha origini romane e costituiva un fondamentale punto strategico di approvvigionamento per le legioni nelle guerre contro i Liguri. Libero comune fin dal 1117 nel Medioevo, nel corso dei secoli ha subìto fatalmente l’influenza della potente città di Firenze (da cui dista una trentina di chilometri) perdendo la sua autonomia ed entrando quindi nel dominio della famiglia dei Medici nel Cinquecento.
Piazza Duomo è sicuramente il punto da cui partire per l’esplorazione della città. Che Pistoia sia stata una città ricca e fiorente, lo si intuisce dalle numerose e importanti costruzioni che si affacciano su questa monumentale piazza.
Arrivando da via degli Orafi lo sguardo è subito attratto da questo grande e scenografico slargo suddiviso in due rettangoli sul quale si affacciano l’antico Palazzo Pretorio (attualmente Palazzo di Giustizia), il palazzo del Comune, il Duomo e lo splendido campanile, il Palazzo dei Vescovi (sede di un museo) e il Battistero.
Il sabato questa zona è animata dai turisti e dai pistoiesi che affollano il grande storico mercato settimanale che qui si tiene addirittura dal 998.
Abbiamo visitato l’interno del Duomo e prenotato con un biglietto cumulativo (8,00 euro) le visite guidate al campanile e all’altare argenteo che si trova all’interno di una cappella del duomo romanico.
La salita al campanile (67 metri di altezza) ci ha consentito tra l’altro di ammirare da un punto di vista privilegiato il panorama della città e del territorio circostante, approfittando della bella, anche se non limpidissima, giornata di sole. Il nostro accompagnatore ci ha riferito che nelle giornate di cielo terso da qui è possibile addirittura scorgere in lontananza la cupola del Brunelleschi e il campanile di Giotto di Firenze.
La Cattedrale di San Zeno e il Battistero, così come altre chiese della città, si caratterizzano esternamente per il rivestimento delle facciate che alterna la presenza del marmo bianco al verde del serpentino di Prato, con un risultato di rara eleganza.
L’altro Santo patrono di Pistoia è San Giacomo o San Jacopo il cui culto risale alla metà del 1100. L’allora vescovo della città, Sant’Atto, originario del Portogallo, inviò in Spagna, a Santiago di Compostela, due pellegrini a recuperare una reliquia di San Giacomo Maggiore. Da quel momento Pistoia, distante solo una ventina di chilometri dalla via Francigena, divenne metà dei pellegrini che, diretti a Santiago, facevano tappa per pregare la reliquia di San Giacomo (un frammento di osso del cranio) qui custodita.
Al culto di San Jacopo è collegato l’altare argenteo, con alcuni particolati in oro, capolavoro di alta oreficeria, alla cui realizzazione contribuirono, nel corso di due secoli, numerosi artisti pistoiesi, senesi, pisani e fiorentini, fino a Filippo Brunelleschi autore dei busti laterali del dossale dei profeti Isaia e Geremia.
L’opera è suddivisa in tre parti, la più bassa del dossale con San Jacopo e le statuette degli Apostoli, poi il paliotto con storie dell’Antico Testamento, della vita di Cristo e di San Jacopo, infine il dossale con i cori angelici e al centro il Cristo Benedicente.
Alcune statuine, di questo prezioso altare, possedevano dei particolari con pietre preziose, andate perdute nel corso della tormentata storia dell’opera, che rischiò tra l’altro di sparire, come bottino di guerra, nel corso della Seconda Guerra Mondiale e che, per questo motivo, fu a lungo nascosta in un fienile dall’allora Vescovo di Pistoia.
Dopo aver lasciato la Piazza del Duomo si può proseguire verso le animate via di Stracceria e il mercato della frutta nella particolare piazza della Sala che prosegue anche nella vicina piazza dell’Ortaggio.
In questa zona, tra l’altro si trovano anche alcuni localini in cui è possibile fare una piccola pausa per mangiare magari anche una bella bistecca di chianina.
Una curiosità della città di Pistoia sono i nomi di alcune strade o vicoli, a volte veramente particolari, come via Abbi Pazienza oppure Via delle Pappe o Via del Cacio.
Sempre in questa parte del centro storico potete visitare la chiesa di San Giovanni Fuorcivitas che custodisce uno splendido pulpito in marmo.
Nella vicina Piazza San Leone potete visitare l’omonima chiesa, in realtà si tratta di una piccola chiesa sconsacrata in stile barocco dove però, al momento, è possibile ammirare la bellissima statua restaurata in ceramica bianca della Visitazione (ingresso libero e con orario continuato) di Luca Della Robbia.
La visita prosegue con numerose e ricche chiese tra cui non potete perdere quella di Sant’Andrea che possiede un monumentale pulpito di Giovanni Pisano. Nella parte superiore in marmo si può ammirare sul parapetto la Strage degli Innocenti e la Crocifissione, nelle quali l’artista incide così profondamente il materiale da trasmettere appieno allo spettatore la drammaticità delle scene.
Proseguendo possiamo visitare la Basilica della Madonna dell’Umiltà, edificio a forma ottagonale, con una cupola opera di Giorgio Vasari, oppure la chiesa di San Bartolomeo in Pantano dove troviamo il pulpito più antico della città sorretto da tre leoni e da una figura che ne rappresenta l’autore Guido da Como.
Altro edificio caratteristico della città è lo Spedale del Ceppo: una leggenda narra che sul luogo della sua fondazione fosse stato ritrovato, in pieno inverno, un ceppo fiorito da cui il nome. Si tratta di un antico edificio, adibito ad ospedale fin dal lontano 1277, decorato con un lungo fregio cinquecentesco in terracotta smaltata che riproduce scene legate al tema della medicina, adibito appunto ad ospedale di Pistoia fino a pochi anni fa.
Da qui è possibile visitare il sottosuolo della città partendo con un tour con visita guidata alla scoperta della Pistoia sotterranea (orario 10 – 18 e visite guidate ogni ora a partire dalle 10,30 fino alle 12,30 e nel pomeriggio dalle 14,00 fino alle 17). Si tratta di un percorso sotterraneo di alcuni chilometri, secondo in Italia, per lunghezza del percorso, solo a sotterranei della città di Napoli (al momento è percorribile solo una parte di circa 650 metri) che un tempo congiungeva la zona di Porta al Borgo con la Fortezza di Santa Barbara.
Il Museo Pistoia Sotterranea inizia con una visita all’anfiteatro anatomico più piccolo al mondo dove un tempo gli studenti frequentavano lezioni di medicina e chirurgia. Nella sala dell’Accademia Medica si possono vedere numerosi strumenti chirurgici del XVIII e XIX secolo. Attraversando i corridoi dell’ospedale si arriva nei sotterranei dove un tempo scorreva il torrente Brana.
L’ospedale infatti venne infatti costruito seguendo il corso del fiume in cui, tra l’altro, venivano gettati i rifiuti dell’ospedale. Le malattie si propagavano quindi anche perché in quello stesso fiume le donne andavano a fare il bucato; inoltre i letti dell’ospedale venivano condivisi da più ammalati contemporaneamente. Lungo il percorso è possibile osservare sotto Via del Frantoio parti di una ruota cinquecentesca di un mulino. Il camminamento sotterraneo prosegue nella parte dove si trovavano i lavatoi e il mulino battiferro (che produceva attrezzi agricoli) per giungere ai resti del Convento delle Convertite e ai resti della torre civica, della Porta di San Lunardo per riemergere infine in Piazza San Lorenzo.
La visita è un’esperienza suggestiva che vi consiglio di fare!
Città delle piante (in questo territorio trovate più di 2.000 aziende florovivaistiche) per il 2017 Pistoia è anche stata nominata, a buon titolo, città italiana per la cultura.
Insomma se amate l’arte troverete a Pistoia molti spunti e quel fascino antico che solo queste città, ancora a misura d’uomo, sanno offrire. Buona visita!
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