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Paesi Bassi, Nimega. In cima all'Olanda.


Ho fatto l'Erasmus durante il mio ultimo anno di università, diviso tra lezioni e tirocinio in ospedale. La mia scelta, Nimega, in Olanda, è una città universitaria che si trova a sud del paese, vicino alla Germania.

Ho deciso di partire perché quando affronto una nuova realtà mi rendo conto che tutto ciò che ritenevo sapere è, in realtà, offuscato. Questa situazione mi permette di aprire i miei orizzonti. Credo che solo confrontandoci ed informandoci attraverso le differenze possiamo realmente cambiare. Questa è stata per me l'idea che ha stimolato la mia necessità di partire e di poter realizzare il mio ultimo tirocinio fuori dall'immaginario al quale sono abituato. L'idea di non essere capace di aprire i miei orizzonti mi spaventava, il mio ancorarmi al modo di pensare troppo rigido e la mia capacità di riflessione critica su me stesso e il mio intorno sono diminuiti, sperando di riuscire a sfatare quell'immaginario che avevo della realtà.

Durante quest'avventura mi sono reso conto che, oltre ad essere in grado di accettare il diverso, è necessario saperlo anche capire, in quanto questo avrà una base di relazione causale, che trova la sua corrispondenza attraverso l'educazione, la civiltà, la considerazione, il rispetto e la razionalità nella gestione del lavoro e delle risorse. Citando un'amica che ho conosciuto in Olanda, un'esperienza è bella o brutta dipendendo da cosa riesci a tirar fuori da essa. Ed io posso fermamente confermare che questa esperienza è stata una delle migliori.

Gli stereotipi sono un modo troppo riduttivo per visualizzare chiunque, perciò è importante cambiare certe idee. Tuttavia, ho riscontrato alcune caratteristiche che sono comuni alla maggior parte degli olandesi che ho potuto incontrare e con i quali ho lavorato, cercando di non cadere nei soliti cliché. In generale, li considero simpatici, educati e rispettosi, nel vero senso della parola; penso che la capacità di accettare il diverso sia una caratteristica evidente, non sono persone così chiuse a livello emozionale come credevo all'inizio. Sono tolleranti, ma la libertà dell'altro finisce quando inizia la loro, per questo mi piace il loro rispetto. Sono pragmatici, le proprie ragioni sono legate alle proprie azioni e alla propria efficienza, dimostrando un senso pratico.

Per arrivare a Nimega ho preso l'aereo, atterrando ad Amsterdam, all'aeroporto di Schipol ma è possibile anche arrivare a Weeze, Germania dove i voli costano meno ed è più vicino alla città. L'aeroporto tedesco ha anche a disposizione un transfer da Weeze alla stazione centrale di Nimega.

L'Olanda ha un buon sistema di trasporti grazie anche all'essere piccola. Amsterdam è città del mondo, vale la pena visitarla.

Fonte Amsterdam

Rotterdam è cosmopolita, dalle costruzioni moderne, può essere una qualsiasi altra città, molto meno caratteristica rispetto ad Amsterdam o altre città come Nimega, che ha architettura e paesaggi unici. L'Aia e Delft a livello culturale sono anch'esse interessanti da visitare. Inoltre si possono raggiungere facilmente altri stati come il Belgio, la Germania, il Lussemburgo o la Francia.

Un sito ottimo per verificare i trasporti è: 9292.nl

La bicicletta è obbligatoria, le persone si muovono solo così, con il sole, con la pioggia o la neve; si tratta per la maggior parte di zone pianeggianti quindi è più facile pedalare. La cosa peggiore è tornare a casa in bici dopo una notte in cui si è bevuto qualche bicchiere.

La sede di scambio ha fatto in modo di trovare una casa in cui potessi rimanere. Ho potuto conoscere lì diverse persone, specialmente altri Erasmus, dall'Australia, Stati Uniti, Spagna, Italia, Slovenia, Austria, Svizzera e Germania.

La convivenza con queste persone ci ha fatto unire, ci siamo trasformati in una famiglia internazionale; siamo stati capaci di vivere con persone totalmente diverse da noi, con abitudini differenti ma siamo riusciti a sentire di aver creato dei legami per tutta la vita. Vivere fuori casa è stata un'altra prova per dimostrare di saper stare lontano da casa e di sapermi organizzare nella mia quotidianità. Venire qui con una mia compagna di università è stato perfetto soprattutto per l'appoggio che ci davamo reciprocamente.

Ho anche partecipato a delle lezioni di Olandese, livello basico. Ma è stato sicuramente l'inglese la lingua che ho potuto migliorare durante quest'esperienza grazie anche al fatto che molte persone padroneggiassero facilmente questa lingua.

Il clima d'estate è buono, non quello a cui sono abituato, ma va bene. In inverno non proprio. Ha nevicato per molto tempo, sono passato a detestare la neve, essendo io una persona a cui non piace il freddo, ma non era nulla che non si potesse sopportare e tutte le case sono dotate di riscaldamento centralizzato.

Per quanto riguarda la gastronomia non credo sia molto buona, in realtà. Fanno un solo pasto caldo al giorno, la cena, mentre il pranzo è costituito da panini. Ma ovviamente ci sono anche cose tipiche. I formaggi, per esempio, sono ottimi, oltre alcuni dolci e alle aringhe crude con cipolla.

A Nimega consiglio di andare al Kinkler dove il mercoledì, di solito, fanno una "vega-dinner", coffeeshop o Kruidentuin; il ponte, che è apparso nel film "Quell'ultimo ponte", a cui prese parte anche un George Clooney ancora giovane, parla della Seconda Guerra Mondiale. Nimega fu una delle prime città ad essere invase in quell'epoca ed esistono storie sui ponti di Nimega e della città vicina Arnhem. In un posto nascosto della città potrete trovare anche un quartiere a luci rosse. Non è una città molto grande ma ha molte cose da offrire e si può sempre comunque spostarsi e visitare qualcos'altro.

Insomma, ripensando a quello che è stata questa esperienza, ho notato che questa ha avuto colpito diversi livelli, siano personali, professionali e sociali. Sono diventato più sicuro di me, la mia autostima è cresciuta perché sono stato capace di adattarmi ad una realtà che era completamente estranea, sviluppandomi e crescendo sotto alcuni aspetti, come nel relazionarmi con l'altro, dovuto all'ambiente multiculturale in cui ho vissuto, sono migliorato anche nella comunicazione non-verbale, molto importante per la mia professione, la mia capacità critica è aumentata dopo aver ripensato ai miei obiettivi professionali, che sono diventati più nitidi.

Ho sempre voluto sapere come sarebbe stato studiare all'estero. Ora ho una visione delle cose diversa, più reale e moderna, porto con me gli ideali di libertà, rispetto, condivisione, diversità, cambiamento ed ampliamento di conoscenze.

E concludo qui il racconto di questa mia esperienza, nonostante possa dire ancora molto, ma mi metto a disposizione per qualsiasi tipo di dubbio che possa nascere.



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