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I suoni del Rajasthan

Pubblicato da flag- Giuseppe Pantano — 6 anni fa

0 Tags: flag-in Esperienze Erasmus Jaipur, Jaipur, India


Il mio viaggio nei suoni del Rajasthan

L´avventura ha inizio ad Oslo, in Norvegia

Ciao, sono Giuseppe e sono un musicista siciliano che ha vissuto a Roma e ad Oslo, in Norvegia. Dopo essermi laureato a Roma presso il Conservatorio di Santa Cecilia, ho deciso di trasferirmi ad Oslo per proseguire i miei studi al "Norwegian Academy of Music" ed è proprio li che la mia avventura verso l´India ha avuto inizio. 

"The Norwegian Academy of Music" offre ai suoi studenti la possibilità di personalizzare il proprio percorso di studi scegliendo tra moltissime materie diverse e tutte interessanti. Ricordo benissimo il momento in cui ho dovuto scegliere le materie per le quali utilizzare i miei crediti formativi, mi sono sentito alquanto dubbioso, le avrei volute scegliere tutte. Dopo qualche giorno di esitazione ho compilato il modulo apposito ed atteso l´esito della "application form". Non avrei mai creduto che grazie a questa scelta, l´anno seguente, avrei fatto un´esperienza di vita cosi profonda ed indimenticabile. 

Tra le materie selezionate quella che più mi incuriosiva era "Indian Classical Music" e cosi nel settembre del 2015 iniziai questo corso. 

Le lezioni con Sudeshna Bhattacharya

I suoni del Rajasthan

La mia insegnante di "Indian Classical Music" era la suonatrice di Sarod e cantante Sudeshna Bhattacharya, una bellissima donna indiana proveniente da una famiglia di musicisti da moltissime generazioni. I corsi erano tenuti in inglese e fornivano un´infarinatura generale sul significato storico e linguistico della musica classica indiana. La lezione era per la maggior parte pratica, cosi dopo qualche settimana iniziammo a destreggiarci nelle labirintiche melodie e negli imprevedibili ritmi di questa antichissima musica. Sin dall´inizio Sudeshna ci ha spiegato di quanto ricca ed eclettica fosse la musica indiana e di quanto ogni stato e regione dell´India avesse creato una propria tradizione autentica ed autonoma. La musica che ci ha insegnato è la musica suonata nel nord dell´India, precisamente nel Rajasthan, uno stato antichissimo e molto vasto con una propria lingua ed una radicata tradizione culturale. Le lezioni si solgevano in gruppo e dopo un anno di corso ci trovammo tutti molto affiatati. Io sono un cantante e compositore di jazz per cui cantavo i “Raaga” ed improvvisavo usando la voce, in classe però c´erano strumentisti di ogni genere, provenienti sia dal mondo della musica classica che dal jazz. Disposti a cerchio iniziavamo a suonare questi meravigliosi “Bandish” (composizioni) basati su diversi “Raaga” (scale melodiche), delle volte ho anche cantato dei testi in Hindi che il Maestro ci spiegava pazientemente. I testi raccontavano di musicisti che prendevano fuoco, divinità che si corteggiavano nella notte, amori intensi e passionali e delle volte sagaci, liriche trasudanti di cultura indiana, fonte d´ispirazione per tutto il gruppo. Dopo qualche mese ci appassionammo a tal punto da chiedere al nostro maestro se fosse possibile organizzare un viaggio studio in India. Sudeshna ha un grande cuore, forte ironia ed un entusiasmo travolgente, accolse la nostra richiesta favorevolmente e dopo qualche mese ci diede il responso dell´accademia. Ottenemmo dal conservatorio di Oslo il patrocinio del viaggio in India, le spese di viaggio erano coperte. Non ci restava altro che attendere la data della partenza.

In viaggio verso l´India

I suoni del Rajasthan

Era Aprile ed eravamo tutti pronti a partire, un gruppo di 10 musicisti capitanati da una suonatrice di Sarod famosa in tutta Europa, non stavo nella pelle. Non posso nascondere che il viaggio fu alquanto faticoso e lungo, affrontammo uno scalo di 6 ore ad Istanbul ed un caratteristico viaggio in macchina dall´aeroporto di New Dehli fino a Jaipur. La prima cosa che mi ha colpito uscito dall´aeroporto? La qualità dell´aria. Passare dalla fresca e leggera aria Norvegese all´afosa umidità del clima indiano era come addormentarsi in cima alle Dolomiti per poi svegliarsi su di una spiaggia siciliana, che avventura! L´aeroporto era gremito di gente proveniente da tutte le parti del mondo e l´India come un´anticaprogentriceaccoglieva ciascuno di noi nel suo caldo abbraccio di benvenuto. Da New Delhi a Jaipur ci spostammo in macchina e questa esperienza valse tutto il viaggio. Per guidare in India dimenticate tutto ciò che avete imparato durante le ore di scuola guida, non vi servirà a nulla. L`India ha un sistema di guida unico e peculiare basato sulcaos ordinato, flussi eterogenei di macchine provenienti da tutte le direzioni che evitano mucche, che scansano pedoni, che affiancano “tuc tuc”e che per segnalare la loro presenza suonano il clacson. In Europa si usa il clacson solo in casi estremi, se ad esempio un altro conducente non si accorge della nostra presenza e sta per investirci. In India il clacson si sostituisce alla freccia direzionale, è il modo designato dai conducenti indiani per segnalare la loro presenza, non sorprendetevi se su camion e mezzi pesanti di vario genere vedrete scritto con una bomboletta spry “Please Honk!”.  

Eccoci arrivati a Jaipur

Jaipur è la capitale del Rajasthan e la sua più grande città. È una meta turistica sia per gli altri stati del sub-continente indiano che per il resto del mondo. Moltissimi e meravigliosi palazzi e siti culturali aspettano di essere scoperti e le sue vie gremite di macchine e persone rivelano un´autenticità sorprendente. A Jaipur alloggiavamo presso il palazzo di un famoso musicista indiano, amico di Sudeshna. Il viaggio prevedeva una settimana intensa di lezioni e concerti di musica classica indiana ed una seconda settimana interamente dedicata alla scoperta del Rajasthan. Durante la prima settimana restammo fissi ai Jaipur, presso la residenza di Haamed Khan un brillante suonatore di tabla e cantante. La residenza era bellissima, con un grande giardino ed una depandance interamente dedicata alle attività musicali. È stata una delle esperienze meno turistiche e più autentiche vissute in India: ci svegliavamo tutte le mattine con una ricca colazione preparata dalle governanti della casa, trascorrevamo il resto della giornata ad apprendere la musica indiana e la sera venivamo deliziati da concerti privati da artisti indiani, amici del proprietario della residenza. Durante la settimana trascorsa presso la residenza di Haamed mangiammo solo cibo indiano: samosa, naan, tikka masala, palak paneer e lo squisitissimo chapati, il pane indiano.

La musica del deserto

I suoni del Rajasthan

Di tutti i musicisti conosciuti e di tutti i concerti ai quali ho assistito quello che più ha segnato la mia carriera di musicista è stato quello del gruppo “Musafir”. I “Musafir” sono un gruppo di cantanti e musicisti provenienti dal deserto del Thar che proteggono e perpetrano una tradizione musicale antica migliaia di anni. I “Musafir” non si esibiscono nella musica classica del nord dell´India ma in spettacoli suonati e cantati legati alle tradizioni di Jaisalmer e del deserto del Thar, cantano la loro musica popolare. Non dimenticherò mai la potenza di quelle voci e la bellezza di quelle melodie. Una sera ci vennero a trovare presso la residenza di Haamed Khan, erano almeno 5 o 6, si sedettero a semicerchio dinnanzi a noi, ognuno con uno strumento diverso ed iniziarono a suonare e cantare commuovendoci tutti. Il canto era estesissimo verso l´altro e ricco di melismi ornamentali mai stucchevoli, i ritmi spesso dispari erano labirintici ed affascinanti, la musica del deserto ci ha totalmente rapiti.

Jaipur e la Fortezza d´Ambra

I suoni del Rajasthan

Dopo avere trascorso la prima settimana a Jaipur immersi in uno stato di contemplazione musicale e spirituale ebbe inizio il nostro tour alla scoperta dei luoghi del Rajasthan. Trovandoci nella capitale del Rajasthan non esitammo a scegliere Jaipur come prima tappa del nostro tour. Il primo giorno lo dedicammo al Palazzo Reale del Maharaja, un´immensa tenuta con giardini fontane e sale da “Mille e una Notte”. Una volta entrati nel meraviglioso palazzo si viene portati da una guida del posto attraverso le sale più importanti della tenuta, a metà percorso ci siamo fermati presso una bellissima terrazza con un bar che serviva ogni tipo di bevanda, un elisir considerato il caldo di quelle giornate estive. Il giorno seguente invece ci dedicammo alla scoperta degli animali del Rajasthan attraverso un affascinante gita verso la Fortezza D´Ambra a cavallo di un mastodontico elefante. Per un Europeo è un´esperienza incredibile trovarsi sulla groppa di un animale cosi grande ed imponente, mi sentivo in un episodio del “Libro della Giungla”.

Alla scoperta del Rajasthan

Le tappe successive a Jaipur furono: Pushkar, Ranthambore, Agra e New Delhi. Ciascuna di queste mete si trova sul territorio del Rajasthan ed il tempo necessario per raggiungerle in macchina è alquanto considerevole. Dovete considerare che l´India è un sub-continente comprendente ben 29 stati, le distanze sono enormi persino all´interno di uno solo degli stati di questo vastissimo territorio. Per darvi un´idea delle dimensioni sappiate che il Rajasthan (Stato numero 22 del sub-continente indiano) comprende un territorio di circa 342.000 km ² ed una popolazione di 68 milioni di abitanti. Per arrivare a Pushkar da Jaipur viaggiammo in macchina per circa 3 ore e per raggiungere il Parco delle Tigri di Ranthambore ne servirono ben 6. Per fortuna eravamo un gruppo di circa 10 persone e potemmo noleggiare due auto con autista senza affrontare spese troppo esose.

Pushkar e Ranthambore 

I suoni del Rajasthan

Pushkar è un piccolo villaggio sulle sponde di un lago nel Rajasthan centrale. Una volta arrivato in paese mi sono sentito trasportato in un´altra epoca: piccole case di mattoni, templi induisti, bancarelle ed animali per strada. Mucche e cagnolini giravano indisturbati per il villaggio facendo parte di un paesaggio urbano unico ed irripetibile. La parte più interessante di Pushkar è quella prospicente il lago, luogo sacro e di preghiera. Fate attenzioni alle persone del luogo, cercheranno di estorcevi qualche soldo pregando per voi le celebri divinità induiste. Dopo avere trascorso una giornata presso questa località indiana ed avere fatto qualche acquisto al mercato del villaggio ci mettemmo in viaggio per Ranthambore. Presso questa area del sudest del Rajasthan si trova il famoso parco delle tigri, un enorme parco naturale dove potere ammirare tigri, scimmie, pavoni e moltissimi altri animali nel loro habitat naturale. Ero elettrizzato all´idea di vedere per la prima volta nella mia vita un grande felino libero in natura. Le guide del posto ti dicono che spesso le tigri non si fanno vedere dai turisti, mi sarebbe dispiaciuto moltissimo non avvistarne nemmeno una. Ci sedemmo in una Jeep dal tetto scoperto ed iniziammo a viaggiare all´interno del parco naturale. Dopo pochissimo avvistammo delle scimmie ed un meraviglioso pavone ci attraversò la strada. I pavoni sono animali dalla bellezza rara, l´eterogeneità e la complessità dei colori del loro piumaggio è mozzafiato. Dopo circa trenta minuti, poco dopo l´alba, immersi nel verde del parco naturale, avvistammo il gigante felino. Vedere dal vivo un animale di tale forza e dimensioni è un´esperienza indescrivibile: le grandissime zampe artigliate, i fasci di muscoli, la testa mastodontica ed il profondissimo ruggito. Si muoveva calma da un tronco all´altro, limando le unghie sulla corteccia degli alberi presso i quali si aggirava. Non ci degnò di uno sguardo e prosegui indisturbata la sua routine mattutina come se nulla fosse. Wow, se dovessi riandare in India spero di avvistare un altro esemplare! Finito il Safari tornammo in albergo per un pranzo a base di Chapati e Tikka Masala, un gustosissimo pollo cotto in crema di cocco, pomodori e moltissime spezie differenti.

Agra ed il ritorno ad Oslo

I suoni del Rajasthan

Nei pressi di Agra ho avuto la fortuna di visitare “Fatehpur Sikri” (La Città della Vittoria), una cittadina di 28.000 abitanti circa costruita nel XVI° secolo e famosa per i suoi monumenti e luoghi d´interesse. Oltre all´imponente palazzo reale mi ha favorevolmente colpito il suo quartiere sacro “Jami Mashid”. Che emozione girare all´interno di questa area comprendente moschee, imponenti portali alti più di 50 metri ed un´antica tomba destinata al mistico sufi Sheikh Salim Chisti, tutta in marmo e sormontata da un´imponente cupola. Una volta visitata la “Cittadella della Vittoria” ci spostammo ad Agra. Considero Agra la città più monumentale del Rajasthan, un vero e proprio museo a cielo aperto. Non introdurrò il Taj Mahal con nessun tipo di presentazione considerato che la sua fama precede sé stesso, piuttosto vi dirò di come mi sono sentito visitando questo palazzo di fama mondiale. Una volta passato il portale principale ed entrati nell´area del mausoleo si è pietrificati dalle dimensioni e dall´imponenza del monumento. Un palazzo alto 73 metri in marmo ed avorio, costruito nel XV° secolo e frutto del più stupefacente gesto d´amore. Pagato il biglietto d´ingresso si ha la possibilità di percorrere i giardini del Taj Mahal, impreziositi da fontane e corsi d´acqua e di entrare dentro al mausoleo. Solo il Taj Mahal vale tutto un viaggio in India, è certamente un´esperienza da fare almeno una volta nella vita.

Dopo avere pernottato ad Agra ci dirigemmo verso New Delhi per prendere il volo di ritorno. L´India per me è stata una scoperta sensazionale, il viaggio della vita, il ritorno alla “madre” nel suo significato più archetipico. Ringrazierò per sempre Sudeshna, la nostra insegante di musica classica indiana e la Norwegian Academy of Music che ha permesso a tutti noi di intraprendere un viaggio cosi importante alla scoperta di una musica davvero speciale.

 

 

 

 

 


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