Purtroppo durante i miei cinque mesi di Erasmus non ho avuto l’occasione di visitare tutti i dintorni di Madrid, anche se di città vicine che meritano una visita ce n’è diverse (Toledo, Salamanca, Segovia, Avila, Aranjuez, Alcalà de Henares...).
Vuoi per una questione di tempo, vuoi per una questione di soldi, mi sono limitata solo a visitare San Lorenzo El Escorial, Toledo, Cuenca e Chinchòn. E alla fine ho preferito di gran lunga queste ultime due mete, che in fin dei conti sono meno note, ma conservano ancora un'atmosfera unica.
Ho prenotato la gita con una delle tante agenzie di Madrid che organizzano viaggi a basso costo per i giovani. Solitamente a questi tour partecipano perlopiù studenti internazionali o comunque è difficile trovarci ragazzi spagnoli, fatta eccezione per le guide.
E' un modo carino per conoscere nuove persone ed è abbastanza comodo per fare gite di un solo giorno, soprattutto quando si intende fermarsi in più tappe. Nel caso di Chinchòn e di Cuenca penso che rivolgersi a una di queste agenzie sia l'opzione migliore se non si vuole ammattire dietro ai mezzi di trasporto; in alternativa, dovrebbe esserci un autobus che da Madrid effettua corse partendo da Avenida del Mediterràneo, un vialone un po’ fuori centro.
Io e il gruppo con cui avevo fissato siamo partiti in pullman da zona Atocha e in circa un’oretta e mezzo siamo arrivati alla prima destinazione di Chinchòn. Il paese, situato a una quarantina di km dalla capitale, rientra sempre nel distretto della Comunidad de Madrid. Diversamente dal sontuoso monastero di El Escorial e di molti edifici che si trovano a Toledo, il borgo di Chinchòn è un luogo semplice, caratteristico, quasi campagnolo. Sembrava quasi di trovarsi in una Spagna antica e lontana nel tempo.
La prima attrazione è la medievale Plaza Mayor, al cui interno durante l’anno si svolgono eventi come corride, feste religiose e processioni. La parte più particolare sono le case a due o tre piani che la circondano, con i balconi e le arcate in legno colorato. La piazza, fatta eccezione per i punti più esterni in cui si trovano i tavolini dei bar all’aperto, è tutta in terra battuta ed è veramente molto bella.
Non avevamo tanto tempo per restare a zonzo perchè di lì a poco avremmo dovuto riprendere il pullman per spostarci a Cuenca. Ad ogni modo, io e altre due ragazze che avevo conosciuto durante il viaggio ci siamo addentrate un po’ a caso tra le stradine del paese, arrivando fino ad un punto alto della città. Da qui si poteva ammirare la Chiesa de Nuestra Señora de la Asunciòn e la vicina Torre dell’orologio in mattoni.
Purtroppo l’aspetto negativo di queste gite organizzate è che il tempo a disposizione non puoi gestirlo del tutto come vorresti tu, ma hai ovviamente degli orari da rispettare sulla tabella di marcia.
Dopo un’altra ora abbondante di pullman siamo arrivati alla seconda meta della giornata, Cuenca. La città si trova nella Comunidad de Castilla-La Mancha e conta molti più abitanti rispetto a Chinchòn. La parte abitata è generalmente quella bassa, mentre la zona sopraelevata è considerata la parte storica. Il luogo è davvero particolare: si trova su un’altura che scende a precipizio lungo delle pareti rocciose. Il paesaggio circostante è composto quindi da rocce e da un po' di vegetazione che spunta qua e là.
All’inizio ci siamo fermati nei pressi della città alta, vicino al castello di Cuenca, per pranzare e osservare il paesaggio sottostante. Abbiamo mangiato in una trattoria-ristorante che cucinava piatti tipici, ma di cui non ricordo il nome. Sia per non spendere troppo che per non sprecare tempo ad aspettare il cibo, abbiamo optato quasi tutti per prenderci un panino con una frittata. Costava cinque euro, ma era enorme e ci ha tolto la fame per un bel pezzo.
Da qui siamo scesi giù verso il centro vero e proprio, percorrendo stradine in discesa tra case in pietra e vialetti acciottolati. Anche a Cuenca, come a Chinchòn, si respirava l’aria di un luogo antico e lontano.
Siamo giunti alla Plaza Mayor con la sua Catedral de Santa Marìa y de San Juliàn e le circostanti case colorate. La cattedrale ha una facciata gotica e, insieme al Municipio, si inserisce perfettamente nel contesto delle abitazioni più moderne.
Passando per altre stradine, arcate e scorci dal gusto medievale, siamo finalmente arrivati alle famose casas colgadas (case appese). Sono abitazioni che risalgono al XV secolo e che, grazie a delle travi, si aggrappano a una parete di roccia scoscesa che termina nel fiume Huècar, a 1000 metri di altezza. Queste costruzioni sono il simbolo per eccellenza di Cuenca e all'interno di una di queste si trova un importante museo di arte astratta (chiuso la domenica). Molta gente raccomanda di restare fino a sera in modo da poterne ammirare l’illuminazione notturna.
Abbiamo concluso la gita attraversando il ponte de San Pablo, nelle immediate vicinanze. Forse per chi soffre di vertigini non è l’ideale, ma molto probabilmente rimane il punto più bello da dove poter guardare “las casas”.
Verso le sei e mezzo ci siamo incamminati di nuovo verso Madrid. La capitale dista da Cuenca 170 km e in autostrada si impiegano poco meno di due ore.
Se avessimo avuto più tempo avremmo visitato anche la cosiddetta Ciudad Encantada, sempre all’interno della Serranìa de la Cuenca. In questa zona le rocce hanno una forma davvero strana e particolare, dovuta all’erosione del vento e della pioggia.