La International Balloon Fiesta di Bristol
Nell’estate del 2016 sono stata due mesi in Inghilterra lavorando come au pair. Vivevo in un piccolo paesino in campagna chiamato Hungerford, all’incirca a metà strada fra Londra e Bristol. Era un posto carino e pittoresco, l’immagine stereotipica del villaggio nella campagna inglese, con casette di mattoni immerse in una natura verdeggiante. Ovviamente però proprio ciò che rendeva quel luogo pittoresco lo rendeva allo stesso tempo terribilmente noioso.
Prima di iniziare questa esperienza, a dire la verità, ero più preoccupata dei momenti di “tempo libero” piuttosto che di quelli di lavoro. Temevo che, trovandomi in un piccolo paese con due strade, qualche vecchio pub ed una caffetteria, le mie serate ed i miei fine settimana sarebbero stati decisamente noiosi. E poi, tra l’altro, fatta eccezione per un paio di ragazzi che lavoravano nell’unica caffetteria della città, ad Hungerford non c’erano giovani. Si passava direttamente dall’età di Darcey, l’età da asilo o scuola elementare, all’età dei suoi genitori: quindi di fatto, anche se ci fosse stata qualche forma di intrattenimento nel paese, pensavo che mi sarebbe toccato divertirmi da sola.
E invece, in maniera del tutto inaspettata, fin dal primo giorno capii che Hungerford e gli altri paesi vicini erano pieni zeppi di persone come me, che facevano esattamente quello che facevo io e che, esattamente come me, a fine giornata avevano una disperata voglia di uscire e parlare con qualche coetaneo.
Evidentemente in certe parti dell’Inghilterra “avere un au pair” è una specie di moda, e quasi tutte le famiglie, in particolare quelle benestanti o che comunque hanno spazio a sufficienza per ospitare un’altra persona, sono ben contente di farlo.
E poi in effetti è una cosa che conviene da entrambe le parti: le famiglie si possono servire per diverse ore al giorno di una persona che è un tuttofare, che aiuta i bambini con i compiti, fa la spesa, le pulizie e porta a spasso i cani, mentre l’au pair ha la possibilità di vivere senza spese ulteriori in un altro Stato, con l’unico obbligo di fare alcuni basilari lavoretti domestici.
Conobbi quindi fin da subito diversi altri au pair, che erano ospitati dalle famiglie di alcuni dei bambini che frequentavano la scuola di Darcey. Certe volte ci vedevamo durante il giorno, ma nella maggior parte dei casi ci organizzavamo per la sera, e soprattutto per i fine settimana. Tra quelli con cui strinsi amicizia c’erano tre ragazze spagnole ed un ragazzo polacco, con il quale continuo a sentirmi tutt’ora come se non fosse passato neanche un mese da quando ci siamo conosciuti.
Al ragazzo polacco, Klaudiusz, era consentito utilizzare una delle auto della famiglia per la quale lavorava, cosa che nei fine settimana ci tornava sempre molto utile. In ogni caso, comunque, seppure Hungerford si trovasse letteralmente in mezzo al nulla e che tutta la zona fosse abitata da anatre e mucche piuttosto che da persone, c’è da dire che era collocata in una posizione strategica e ben collegata. Dalla stazione di Hungerford si poteva arrivare in un’ora a Londra e in poco più di un’ora a Bristol, dall’altra parte, al confine con il Galles. Ovviamente visitammo entrambe queste città. A Londra ci ero già stata più volte, ma ci pareva semplicemente un overe tornarci, trovandoci così vicini. Bristol invece era una città che nessuno di noi conosceva, e che visitammo in occasione del festival annuale delle mongolfiere, un evento veramente spettacolare (al quale ho dedicato un post “Bristol Balloon Fiesta”), che ogni anno richiama decine di migliaia di turisti.
Ci spingemmo molte volte a nord di Hungerford, verso Oxford, Swindon, Cambridge, Bath, visitammo il castello di Windsor, Stonehenge (a cui ho dedicato un post nella sezione "Luoghi") e tanti altri luoghi magnifici sparsi nel sud dell'Inghilterra.
La prima settimana di agosto, come al solito all'ultimo minuto, scoprimmo che nella città di Bristol si teneva un evento unico e, almeno sulla carta, decisamente scenografico: la International Balloon Fiesta.
La International balloon fiesta di Bristol
La International Balloon fiesta di Bristol si tiene ogni anno in Agosto nel parco di Ashton Court, su una collina poco distate al centro di Bristol, ed è considerate il più grande raduno di mongolfiere in Europa. Ogni anno attrae oltre centotrenta mongolfiere da tutto il mondo, tutte di forme, colori e dimensioni diverse. In più, tutta l’area del parco è occupata da un vero e proprio parco divertimenti, con tanto di palco dove spesso si esibiscono gruppi musicali dal vivo.
Come se non bastasse, poi, nessuno di noi era mai stato a Bristol prima, cosa che era già di per sé un ottimo motivo per rimediare al più presto.
Siccome avevamo letto che le mongolfiere avrebbero preso il volo la mattina presto (e non ci volevamo perdere quel momento per nessuna ragione al mondo), decidemmo che sarebbe stato più intelligente partire la mattina molto presto, per essere a Bristol intorno alle sette di mattina.
Klaudiusz venne a prendermi a casa verso le cinque, quando fuori era ancora buio pesto, tutta la famiglia (compresi i cani) dormiva profondamente e fuori stava già piovendo leggermente. Insieme ad un po’ di cibo da sgranocchiare durante la giornata mi portai dietro un cuscino e una grossa coperta pesante, nel caso in cui avessimo deciso di trattenerci a Bristol la notte dormendo in macchina.
Dopo aver recuperato le altre due ragazze spagnole, che vivevano in un paesino poco distante da Hungerford, lo stesso paesino dove si trovava la scuola di Darcey, impostammo Bristol come destinazione nel navigatore. Nonostante il traffico che incontrammo durante il tragitto, che si intensificò quando eravamo quasi giunti alla meta, riuscimmo ad arrivare in perfetto orario nel parco dove si teneva il festival. Parcheggiammo l’auto e ci rendemmo immediatamente conto di quanto doveva essere grande, spettacolare e famoso quell’evento, semplicemente a giudicare dalle dimensioni del parcheggio che era stato organizzato appositamente e dalla quantità disumana di auto che stavano disperatamnet cercando un posto.
Iniziammo a scendere verso una zona piana del parco, da dove cominciammo a veder spuntare alcune mongolfiere. Quando arrivammo però rimanemmo decisamente delusi nello scoprire che quelle mongolfiere non sarebbero partite, almeno non quando ci saremmo aspettati.
Infatti la leggera pioggerella delle cinque di mattina era cessata, ma in compenso si era alzato un vento potentissimo, che evidentemente avrebbe reso il volo delle mongolfiere non poco difficoltoso. Nonostante questo comunque non ci facemmo buttare giù: per un po’ rimanemmo a sedere sul prato ad ammirare lo strano spettacolo creato da centinaia di mongolfiere variopinte che, ancorate al terreno, sventolavano al vento come fossero delle bandiere. E poi, pur dopo essere rimasti in attesa per più di un’ora, erano sempre le otto di mattina, ed avevamo ancora tutta la giornata per visitare la città. Intuendo come sarebbe andata a finire con il volo delle mongolfiere pensammo che fosse più sensato spostarci, scendere verso il centro e gironzolare per Bristol fino alla sera, dal momento che era stato previsto un secondo tentativo di volo intorno alle sette, in contemporanea con il tramonto.
La visita che facemmo di Bristol fu molto tranquilla, rilassante e superficiale: ci limitammo a passeggiare, a fotografare alcuni dei magnifici e coloratissimi murales che decorano le pareti di certi edifici ed infine ci fermammo per un pranzo tardo a base di fish and chips e di mashy peas.
Intorno alle cinque, quando ci sembrava che il tempo fosse migliorato (era addirittura uscito il sole!), ci incamminammo nuovamente verso il parco. Lo trovammo invaso alla gente, alcuni ammassati intorno al palco dove si stava svolgendo un concerto, altri accalcati negli stand di cibo da strada, altri ancora nei giochi del parco divertimenti che era stato messo su a pochi metri dal prato dove ancora giacevano le mongolfiere. Non avevo mai visto così tanta gente concentrata in un unico luogo in tutta la mia vita e per di più la principale attrazione dell’evento, le mongolfiere, pareva che non svolgessero alcuno ruolo in quel momento. Giacevano sull’erba, sgonfie e tristi, e nessuno di dava la benchè minima attenzione. Solo intorno alle sei e trenta iniziarono ad essere gonfiate, e piano piano i palloni cominciarono a sollevarsi dal suolo mentre si riempivano d’aria. Alla fine, verso le sette, decine e decine di mongolfiere stavano ritte in mezzo al palco, pronte a spiccare il volo circondate da migliaia di persone che ballavano con la musica a tutto volume che si diffondeva dagli altoparlanti.
E poi, in tutto quello spettacolo caotico e colorato, si manifestò un tramonto rosso fuoco che ci lasciò senza parole. Eravamo letteralmente estasiati, felicissimi di essere lì in quel momento a goderci quella meraviglia quasi irripetibile.
E non era affatto finita lì. Infatti, mentre la luce del sole calava, le mongolfiere rimaste a terra iniziavano ad accendersi. Con la musica altissima e il cielo che a poco a poco si faceva nero, le mongolfiere presero letteralmente a danzare. Le luci che emettevano seguivano il ritmo della musica e la gente tutt'intorno non poteva trattenersi dal ballare e dal cantare. Sembrava davvero di essere in un film, o in una specie di riginalissimo video musicale.
E ancora non era finita. Al culmine della festa comiciarono ad esplodere in cielo centinaia di fuochi d'artificio, di tutti i colori e di tutte le forme, ad illuminare il fiume di folla nel parco.
Fu davvero, in tutto e per tutto, un'esperienza indimenticabile, che noi stessi non ci aspettavamo affatto di vivere quando partimmo da Hungerford alle cinque di mattina.
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